La Tramvia elettrica Biella-Oropa, fu inaugurata il 4 luglio 1911 dopo due soli anni di lavori.
I primi progetti di un collegamento su rotaia tra la città ed il santuario mariano risalgono al 1894, quando la Società Belga prospettò una ferrovia a vapore che staccandosi alla stazione di Miagliano dalla linea Biella-Balma (inaugurata dalla stessa Belga nel 1891 assieme alle linee Biella-Vallemosso e Biella-Mongrando), attraversasse il Torrente Cervo e si inerpicasse lungo le pendici del Monte Cucco per poi raggiungere Oropa.
Tale tracciato, oltre che estremamente tortuoso, sarebbe stato anche deficitario in termini di passeggeri trasportati in quanto avrebbe attraversato zone non abitate.
Un secondo progetto fu redatto nel 1898 l'ingegner Eugenio Catella, il geometra Maggiorino Perrone e il signor Salvio Botto, presentarono il progetto per una tramvia elettrica.
Fin da subito l'idea di un collegamento tramviario con Oropa fu vista come un qualcosa di inutile e costoso, ma i tre biellesi non si diedero per vinti.
Con un'instancabile opera di propaganda, il 15 novembre 1908 si costituiva la Società Anonima Tramvia Elettrica Biella-Oropa che fin da subito si dedicò al reperimento dei fondi necessari alla costruzione dell'opera.
Le varie concessioni ed autorizzazioni erano state già ottenute negli anni precedenti.
Giungiamo così al 9 maggio 1909, giorno in cui furono inaugurati i lavori di costruzione della linea.
La tramvia, lunga 14,250 km, a scartamento di 950mm, ed elettrificata in corrente continua a 750V.
Presentava una pendenza massima del 70 permille che si estendeva per tratte lunge più di 800m e raggi minimi di curvatura di 25m (10 negli scambi), caratteristiche che le valsero l'appellativo di Ardita d'Italia, dato che era la prima tramvia elettrica italiana a superare i 1000m d'altitudine.
La sottostazione elettrica di conversione, la rimessa/officina e gli uffici amministrativi si trovavano a Favaro, a metà percorso.
La corrente elettrica necessaria al funzionamento della linea, era fornita dalla Società Industriale Elettrochimica di Pont Saint Martin sottoforma di corrente trifase a 14.000V, 50 periodi al secondo.
La linea era per la maggior parte del percorso in sede propria indipendente, tranne che nella tratta urbana di Biella, nell'attraversamento di parte dell'abitato di Cossila San Grato, nell'abitato di Cossila San Giovanni e poco prima di Oropa tra le cappelle di San Fermo e San Luca.
In totale vi erano 16 fermate facoltative intermedie delle quali due con binario di incrocio (Cossila S.Grato Scambio e La Vecchia), 3 stazioni (Biella, Favaro e Oropa), 9 ponti in pietra di varie dimensioni (i 2 più grandi erano il Ponte del Molino a Cossila S.Grato, a 4 luci e il Ponte dei Tre Archi presso La Vecchia, alto 12m circa).
Numerosi erano poi i muraglioni di sostegno, tutti realizzati a secco ed ancora oggi perfettamente conservati.
Tra le opere d'arte più rappresentative, il Girone elicoidale delle cave di Favaro, opera in pendenza costante del 70permille, raggio di curvatura di 27m.
In questo punto la tramvia per superare un notevole dislivello in poco spazio, effettuava una curva di 360° su se stessa preceduta da una breve galleria.
Il Girone, punto assai panoramico del tracciato era sorretto da muri alti anche 12 m in alcuni punti.
Oltre ad un tracciato decisamente impegnativo e tortuoso, la tramvia permetteva di ammirare dei panorami incantevoli sulle montagne biellesi ma anche sulla pianura: nelle giornate più limpide, si potevanovedere il Monviso, la Serra d'Ivrea, le colline del Monferrato, la Lomellina, le Alpi Marittime.
Fin da subito, la linea trasposrtò un buon numero di passeggeri che crescevano di anno in anno.
Nell'immediatoprimo dopoguerra, la Società decise di ampliare la rete e nel 1920 acquistò dalle Ferrovie Economiche Biellesi la linea Biella-Mongrando.
Essa venne ammodernata elettrificandola in corrente continua a 750V e ricostruendo il tratto urbano in Biella in sede stradale e l'11 aprile 1922 la linea venne inaugurata.
In qugli stessi anni si progettò un'altra tramvia, la Biella-Sandigliano-Borriana, inaugurata tra il 1925 e il 1926.
Per far fronte all'aumento del traffico passeggeri, alle vetture originarie della Biella-Oropa (8 elettromotrici, 4 rimorchiate giardiniere, 2 carri merci chiusi, 14 carri pianali e 1 carro funebre, tutti a due assi), negli anni compresi tra il 1922 e il 1926 vennero introdotte 11 elettromotrici a due assi, 2 rimorchiate giardiniere a carrelli, 12 rimorchiate chiuse a due assi.
L'inaspettato aumento di traffico sulla linea di Oropa, determinò la scelta di potenziare la linea.
Nel 1927 si provvide ad innalzare la tensione di linea da 750 a 2600V, a realizzare piccole modifiche sul tracciato e a realizzare la nuova stazione di Oropa, spostata dal primo piazzale del santuario all'area compresa tra i padiglioni Savoia e di Testata.
A conclusione di questi lavori, la Carminati & Toselli e il TIBB di Milano fornirono nel 1928 8 nuove elettromotrici a carrelli mentre le Officine Magliola di Santhià fornirono 4 rimorchiate giardiniere a carrelli.
Parte delle motrici biassali a due assi furono cedute alle tramvie di Cagliari (4 unità) e a quelle di Mondovì (3 unità).
Negli anni seguenti tutte le rimorchiate a due assi furono dotate di carrelli.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale non determinò problemi per la tramvia; vi furono alcune interruzioni del servizio, ma nessun danno a impianti e materiale rotabile.
Nel 1945 si ebbe la punta massima di passeggeri trasportati sulle linee della Soc.An.Biella-Oropa per Trazione Elettrica: 1.924.866 sulla linea di Oropa, 1.538.566 sulla linea di Mongrando e 1.233.267 su quella di Borriana.
A fine anni '40, la concorrenza dei trasporti su gomma iniziò a farsi sentire; nel volgere di pochi anni le tramvie per Mongrando e Borriana non erano più concorrenziali e si decise per la loro soppressione: il 26 marzo 1951 toccò alla Biella-Mongrando e il 28 settembre 1952 fu la volta della Biella-Borriana.
La linea di Oropa invece, continuava ad essere utilizzata sia dai pendolari sia, soprattutto, dai turisti.
Nei primi anni '50 vennero apportate delle modifiche alle elettromotrici e ad alcune rimorchiate, ma ciò nonostante, il trenino iniziava ad essere visto come un ingombro.
Nel 1954-'55, alcune aziende di trasporto biellesi e vercellesi (tra cui la S.A.B.O.T.E. e le Ferrovie Elettriche Biellesi), si fusero creando l'ATA (Azienda Trasporti Autoferrotramviari), che dìsi trovò nella situazione di dover scegliere se ammodernare la rete ferrotramviaria oppure sostituirla con autoservizi.
Quest'ultima soluzione era ovviamente la più economica e fu scelta senza se e senza ma.
Il 29 marzo 1958, quella che fu una delle più belle tramvie italiane, chiuse definitivamente i battenti e dal giorno seguente fu sostituita dall'autolinea urbana 2, tuttora esistente.
Binari, linea aerea e materiale rotabile vennero demoliti entro l'estate del 1958, tanto che oggi non ne rimane più nulla, solo il vecchio percorso immerso nel bosco tra Favaro ed Oropa.