Buonasera,
dico subito che questo intervento non è destinato alla presentazione del recupero di un modello che possa creare interesse per la sua bellezza; poveretto è esteticamente talmente brutto!
Ma è l’ingegnosità di chi lo ha costruito che ha suscitato interesse, perché si tratta, a mio avviso di un lavoro amatoriale.
Purtroppo mi dimentico sempre di fare le foto allo stato di origine ma immaginate uno scatolone da banane pieno di binari a tre rotaie, uno scambio elettrico, due carrozze e un locomotore.
Il tutto pieno di ruggine e, quasi l’espositore se ne vergognasse, nascosto sotto al piano della bancarella.
Dire che era tutto ruggine forse non è corretto perché alcune chiazze di colore erano ancora visibili.
Blu.
Quel famoso blu Renault di cui vi avevo parlato in un’altra occasione.
Quel blu che se ne compri un barattolo per sbaglio, l’unico impiego che ci puoi fare è ridipingere la carriola perché duri ancora un paio di mesi prima di portarla in discarica.
Dunque un lavoro artigianale.
Da chi? Secondo me da un francese. Uno che aveva a che fare con gli orologi a pendolo i del tipo COMTOISE (per capirci quelli che devi appenderli ad almeno 4 mt. di altezza perché la carica duri 7 giorni).
Gli ingranaggi infatti sono del tipo impiegati in questi orologi, poi la struttura stessa della meccanica, sviluppata su due platine parallele ne rivelano la dimestichezza con questo tipo di costruzione.
Il meccanismo è perfettamente funzionante nonostante l’età.
L’unica osservazione la farei sul baffo che fa da presa di corrente dalla rotaia centrale.
E’ troppo lungo e in marcia, se la curva è troppo stretta, va a toccare la rotaia esterna con conseguente cortocircuito.
Il motore è potente e trasmette il movimento agli ingranaggi attraverso un volano in gomma.
Non vorrei dire una stupidaggine ma quel tipo di volano veniva impiegato nelle fonovaligie per trasmettere il movimento dal motore all’asse del piatto porta disco.
La direzione del senso di marcia è assicurato da questo tipo di meccanismo che definirei “relè”.
Vi posto una foto perché non saprei come descriverlo.
Le carrozzerie del locomotore e delle carrozze sono costruite in lamiera di uno spessore inimmaginabile in un prodotto industriale.
Tagliate e saldate all’interno
I carrelli e le ruote delle carrozze sono in ottone.
Mancavano due carrelli che ho rifatto in legno di faggio (la base) e in resina (le ruote).
Questi di sicuro non arrugginiscono, al massimo me le mangeranno le tarme del legno.
I respingenti, udite udite, sono costruiti utilizzando delle valvole per le camere d’aria, si legge anche la marca, EDCO PRESTA,
Quelli per le carrozze sono allo stato d’origine mentre quelli per il locomotore sono stati limati per ottenere una forma rettangolare.
Aggiungerei ancora una cosa. Il peso dei tre oggetti è di Kg. 2,700
A questo punto, vista l’incredibile ingegnosità di chi lo ha costruito, ho creduto valesse la pena ridare un po di dignità all’oggetto.
Mi sono immaginato quindi un convoglio con un D341 e 2 carrozze, diretto da Bologna a Porretta terme
(l’oggetto l’ho trovato al mercatino di Medicina (BO).
Un D341 di mooooooooooooolta fantasia. Ma è un giocattolo ed è forse il suo compito, creare fantasia .
Ecco il risultato finale e…………………… non fate commentacci.
Ciao e buona serata.
Gianni