UNA DRAMMATICA SCOPERTA!



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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 5 giu 2013, 13:07

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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Viridovix » 5 giu 2013, 13:41

Già... i motori li faceva RR, ma forse chi forniva i pallini non era sempre lo stesso...
Giuseppe aka Viridovix
I miei rotabili: http://www.briotti.name/modellismo/indice.html
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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Rotaiedel75 » 6 giu 2013, 11:58

Meglio non smontare mai un motore a pallini se non se ne ha la stretta necessità... Quelli che ho io e che funzionano ottimamente li pulisco e cambio i carboncini ma non li apro per contare i pallini...
Direi che per quanto riguarda la manomissione dei modelli, smontare un motore a pallini per poi non rimontarlo bene sia tra le cose peggiori!

-4-
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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Giorgio » 13 giu 2013, 12:08

Pubblico con piacere lo scritto di Civelli in merito alla Sesta Sfera

chiamato in causa, al di là di quanto già detto (più o meno seriamente e con qualche scherzosa fantasia) provo a dare il mio contributo circa l’argomento ‘sfere nei motori RR’, dal titolo: “Una drammatica scoperta”(certo più ironico che drammatico).
Ribadisco e riconfermo: 5 sopra - 10 sotto!! .
Il 5/10 era la coppia numerica prescritta dalla scheda tecnica, alla quale bisognava attenersi anche per i valori di collaudo relativi ottimali stabiliti. Dalle mie dichiarazioni passate, si può rilevare che non ho mai detto che questo binomio (5/10) era il solo che poteva entrare nelle boccole.... semplicemente perché (se proprio si vuole) 6 sopra e 11 sotto ci possono stare (e ci stanno, ci stanno....e Massimo ha intuito bene!) ma... non devono proprio esserci! e quello spazio era calcolato. Infatti, la boccola (ad esempio la superiore) è fatta come un calice e la sede interna corrisponde ad una mezza sfera nella quale le 5 sferette, a regolazione avvenuta, vanno a girare nell’ “orbita” ottimale per una perfetta centratura e con i giusti valori di collaudo (la stessa cosa avviene anche in quella inferiore).
Coppie 6/10 o 5/11, già davano problemi sia di centraggio che di assorbimento elettrico: i motori venivano temporaneamente scartati e classificati “duri” (gergo di collaudo), poi rivisti e ricuperati ai giusti valori.......figurarsi un 6/12!

Mie ipotesi?

- Può darsi che (come dice Giorgio) all’operaia ne sia sfuggita una.....
E’ possibile: l’incaricata aveva davanti a se un piccolo vassoio rivestito di carta oleata contenente una “marmellata” di grasso e sfere (tubetti di alcune migliaia), difficili pure da contare. La presenza di una sfera in più sarebbe potuta, però, essere benissimo rilevata dal motorista montatore, prima (aveva l’obbligo di controllare), e dal collaudatore poi: gli strumenti avranno certo segnalato un valore di assorbimento un po’ più alto (forse sottovalutato) ed il motore poteva venire temporaneamente scartato.

- Il motore in questione, se ho ben inteso, appartiene ad una loco (“Calimero”? .... una due assi?) costruita cinquant’anni fa ed acquistata come rottame: lunga carriera e, forse, diversi proprietari. Se qualcuno dalle mani abili quanto quelle del Sig. Oliviero non era già intervenuto, quel motore potrebbe essere “uscito” così da RR e, grazie ad un felice connubio di pezzi e un buon montaggio (ingannando anche il collaudatore), ha svolto comunque una “brillante carriera”. Noto che il Sig. Oliviero non fa menzione se durante lo smontaggio ha tolto o no anche la reggispinta: lasciando la regolazione originale intatta (come penso), quando fece la prova con 5 sfere, logicamente il motore non poteva andare bene, mentre con sei ha ritrovato la funzionalità iniziale.
A tal proposito, colgo l’occasione per segnalare che la reggispinta è una vite di ottone nichelato forata all’interno (per la lubrificazione), la cui funzione è soprattutto “reggere la spinta” del rotore, pertanto non sempre adatta, per la sua relativa debolezza costituzionale (potrebbe facilmente rompersi, bloccando il canale filettato), a forzare in avanti la boccola porta sfere. Se proprio necessario, meglio ricuperarla integra e per una nuova regolazione - non consigliata perché a senso unico (se si va troppo oltre non si può retrocedere senza smontare) - utilizzare altro strumento a vite più robusto.

- Non mi risulta che vi fossero produzioni esterne di motori a sfere “fuori standard”, nemmeno per quello “bianco” (anch’esso lavorato in RR). Al limite, può essere stato possibile (ma è solo una supposizione) che RR abbia talvolta affidato alcune lavorazioni preliminari (montaggio portaspazzole, molle e lamella di massa e, forse, la boccola al traversino) a lavoranti a domicilio, riservando comunque per sé lavorazioni importanti come il montaggio finale ed il collaudo.

- Non credo, infine, che fossero esistite (prima dell’ottobre 1960) produzioni di motori perfettamente uguali a quello in oggetto, con combinazioni numeriche 6/12 : avrebbero dovuto avere boccole di dimensioni maggiori (e in quelle che io conosco, 12 proprio non ci stanno).
E nemmeno credo alla 4/12 perché, come la precedente, 12 non ci stanno e con 4 sopra (anche con le regolari 10 sotto) l’albero motore non è perfettamente centrabile, non girerebbe bene sul suo asse e avrebbe un fastidioso sbandieramento all’estremità: una v.s.f. montata su di esso, vibrando, finirebbe per “mangiarsi”, prima o poi, l’ingranaggio di rinvio che, generalmente, era in ottone.


A. Civelli
Giorgio

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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 13 giu 2013, 15:39

Ringrazio il sig. Civelli
Tutto torna:
Effettivamente nel motore appena acquistato, la vite di regolazione (che solo adesso so che si chiama "reggispinta") era allentata ed il motore bloccato(anche, ma non solo, dalla sporcizia). Quindi ho smontato, ripulito, lubrificato e rimontato il motore (con le 6 sfere trovate) e ho regolato con precisione la doppia vite per ridurre al minimo il gioco verticale del rotore. Inoltre, dato che la doppia vite oscillava lievemente (ovalizzazione della boccola causata da urto) ho bloccato il dado alla cassa del motore con una punta di collante. Quando ho smontato ed ho fatto la prova con le cinque sfere il motore ormai era ottimizzato con sei sfere.
Comunque, dopo un po' di rodaggio,al collaudo, il Calimero ricostruito ( e con le 6 sfere) ha identiche prestazioni di un altro Calimero, più giovane e meno usurato, in mio possesso (anzi è più "silenzioso"). Questo però, tenendo conto dei differenti gradi di usura in parti diverse, dei due esemplari, non è una prova inconfutabile.
PS: ma avete mai contato il numero sorprendente di carri che si trascina dietro un Calimero (di 50 anni) con solo due assi, poca zavorra e niente anelli di aderenza!!!!! (46) ...e..alimentato con una sola batteria da 1,5volt!!!!! (46) (46)
Saluti da Oliviero
Oliviero Lidonnici

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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 15 giu 2013, 16:22

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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Giorgio » 3 lug 2013, 18:15

Scrive Alessandro Civelli:

Premettendo che i motori che indicherò come 1° tipo e 2° tipo, non sono i tipi cronologicamente prodotti da RR, ma citati secondo una mia tipologia, partendo dal modello che per primo ho imparato a collaudare (dall’ottobre 1960), ....vado a rispondere alle nuove domande del Sig. Oliviero Lidonnici..... :

- Assorbimento =
Ad una tensione di 12 Volt a vuoto, l’assorbimento massimo richiesto era di 0,45 A. -
(motori 1° tipo, esempio il 1079 di una “L RR” a due assi). Il che significa che moltissimi, se non la maggioranza, avevano un assorbimento assai inferiore (e variabile).

- Giri motore =
Il controllo del numero dei giri non era richiesto a collaudo - valore che suppongo diverso da motore a motore, in funzione della variabilità dell’assorbimento - ma certo conosciuto (min./mas.) a livello di Ufficio Tecnico.
- I rotori dei motori a sfere avevano una loro catena di produzione, che culminava con prove elettriche di collaudo al banco, e giungevano al reparto motori, ovviamente, finiti e pronti al montaggio. Poiché il pacco rotore era di dimensioni sempre uguali (il traversino del 1° tipo non è mai cambiato), suppongo che il diametro del filo elettrico ed il numero delle spire fosse sempre lo stesso, ma questi dati esatti non sono di mia conoscenza. Inizialmente i rotori (forse per maggior isolamento o per garantire il blocco delle spire in posizione) venivano anche verniciati, generalmente in color nocciola. In seguito, abolita la verniciatura, gli avvolgimenti credo utilizzassero fili smaltati (smaltatura trasparente per il color rame naturale o più/meno colorata per tonalità più scure).

- Codici motori =
Il modello base poteva avere minimi cambiamenti nei suoi componenti (castello, albero rotore, attacchi e tipi diversi di ingranaggi) e la nuova configurazione evidenziata da proprio codice. Per le ragioni esposte sopra, non credo vi fossero differenze elettriche.....

- Variazioni / evoluzioni =
Il motore del 1° tipo subì una riprogettazione che riguardò le dimensioni di alcuni componenti:
.. traversino nero ridisegnato, accorciato e rimpicciolito
.. spazzole e portaspazzole accorciate
.. lamella di massa esterna
.. espansioni polari ambivalenti (n. disegno unico)
.. castello piatto con finestrature per il raffreddamento
rendendo più agevole il suo alloggiamento nelle loco di nuova produzione e in quelle che subirono un benefico rifacimento. Questo è il motore che io classifico di 2° tipo, nato quando io ero già passato al reparto montaggio loco e che non conosco a fondo (come motorista), non avendolo lavorato.
- A questo 2° tipo appartiene il motore della Gr. 691 (1a produzione Art. 1118 - 1962) E’ possibile che anche il rotore abbia subìto qualche cambiamento (pacco rotore ? - filo avvolgimenti ? - n. di spire ?) e siano anche cambiati (con guadagno) i valori di collaudo, forse decisamente più bassi. Per questo motivo non sono in grado di fare paragoni fra il motore della 691 con quello della due assi.

Informo, infine, il Sig. Oliviero che Giorgio possiede da tempo un mio precedente scritto (almeno sei fogli) sui motori e sui carrelli standard a sfere, che certo potrebbe essergli utile (tutto o in parte) per altre eventuali domande e curiosità.

A. Civelli


I fogli di Civelli sono questi:
http://www.rivarossi-memory.it/Tecnica/ ... ivelli.htm
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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda hiawatha » 3 lug 2013, 21:30

Queste memorie del Signor Civelli sono di grandissimo interesse. Andando leggermente OT, non è che il Sig.Civelli ci spiega il significato di SFN?
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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 3 lug 2013, 22:29

Ringrazio personalmente ed a nome del forum per queste che ritengo siano informazioni di grande importanza per perfezionare la conoscenza della tecnologia della produzione di Rivarossi.
Forse posso sbagliare ma ho l'impressione che spesso, nel fermodellismo, si tende ad osservare più la qualità formale dei modelli trascurandone i contenuti tecnici e tecnologici che nel caso di un modellismo dinamico, mi permetto di pensare che non andrebbero sottostimati.
A parer mio la maggiore qualità di Rivarossi (che dovremmo meglio puntualizzare) fu proprio nella costante e continua evoluzione tecnologica dei modelli. Molte ditte di treni elettrici hanno prodotto, per decine e decine di anni, modelli con carrozzerie sempre diverse basate sempre sullo stesso telaio e sullo stesso motore. Rivarossi fece esattamente al contrario: sotto una carrozzeria appena evoluta troviamo, a cicli di non più di due anni, una continua evoluzione: tutto viene rinnovato: telai, ruote, agganci, differenti sistemi di captazione della corrente, diverso impiego dei materiali, diversa distribuzione dei pesi e naturalmente differenti motori.
Nei siti storici che si occupano di fermodellismo, si mostrano di solito le foto delle carrozzerie dei modelli; io vorrei vedere anche le foto interne delle macchine e leggere tabelle comparative con le caratteristiche elettromeccaniche.
Facciamo qualche esempio: chi conosce i rapporti delle trasmissioni delle motrici RR e come sono cambiati nel corso degli anni?.... E fino ad oggi non mi pare che fossero noti gli assorbimenti dei vari motori...Che pendenza può superare una motrice?..Quanto assorbono le lampadine delle lanterne delle motrici, Che tipo di diodi montavano (per le luci) i locomotori degli anni Sessanta e perchè RR ha rinunciato ai diodi negli anni Settanta per poi reintrodurli qualche anno dopo. Come funziona il famigerato sistema di illuminazione costante delle carrozze RR? ecc, ecc.
Probabilmente tutte queste cose, da qualche parte stanno scritte, forse occorrerebe solamente metterle più in evidenza.
Saluti da Oliviero
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Re: UNA DRAMMATICA SCOPERTA!

Messaggioda Giorgio » 5 lug 2013, 12:50

Mi scrive il mitico Alessandro Civelli per svelare l'arcano delle siglie dei pezzi di ricambio:

Colgo l'occasione per rispondere subito a "hiawatha", circa la sigla SFN....

SFN = Semilavorato Finito N. (numero...)
- Sigla appartenente all'MPF = Magazzino Pezzi Finiti
- Dal 1966 il numero di SFN diventa meccanografico a 6 cifre.
Anticipo anche:
SLN = SemiLavorato N. (numero...)
- Sigla appartenente a MSL = Magazzino SemiLavorati


Quindi:
SFN = Semilavorato, Finito (magazzino pezzi Finiti), Numero
SLN = SemiLavorato (magazzino semiLavorati), Numero

Senza Civelli l'enigma sarebbe stato indecifrabile [lupe.gif] [lupe.gif]
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