S.O.S ALIMENTAZIONE LOCOMOTIVE
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Abbiamo riparato il motore a pallini (vedi S.O.S.pallini) e ho sostituito ed allineato le ruote alla B&O n.96.
Tutto funziona perfettamente (o quasi..
).
Resta il problema dell'alimentazione (la loco mi è stata data priva dei collegamenti elettrici e non ho mezzi per capire come era collegata alla seconda rotaia)
Vediamo le possibilità:
NOTA IMPORTANTE: stiamo parlando solo di locomotive a vapore non di loco. a carrelli.
In base alle mie conoscenze (correggetemi se sbaglio!!
) le loco RR hanno usufruito, nel tempo, di questi diversi tipi di alimentazioni (nota: sistema a due rotaie per C/C 12v.)
Vedi 2: (solo telai in plastica) Anni '50-'60: tramite mollette avvitate/rivettate al telaio e agenti su 4 ruote (anche l'835 era alimentata solo da 4 ruote): le mollette erano composte da due filamenti con una specie di gancetto, alle estremità, in contatto col bordino della ruota: [esempi: Calimero anni '50/'60, 835 R seconda metà anni '50]
Vedi 1 e 2 Se il telaio era metallico o aveva all'interno lamelle in contatto con gli assi, uno dei poli motore era alimentato col sistema 1: (Per ruote coi raggi in plastica) una lenticola di acciaio elastico e molto sottile, collegava elettricamente l'asse delle ruote al cerchio metallico (bordino) della stessa, trasmettendo la corrente all'asse e quindi (tramite telaio o lamelle) al motore. Ovviamente nel caso di ruote interamente metalliche (come Lima) la lenticola era superflua. In questo caso però l'altra ruota doveva essere isolata dall'asse mediante una boccola di plastica. Solo nei sistemi a tre rotaie le ruote non sono isolate tra di loro.
Nelle locomotive (con 2 o 3 assi) questo sistema poteva alimentare un solo polo. L'altro polo doveva essere alimentato coi sistemi 2 o 3 o 4. Questa era la giusta scelta di RR di avere, come minimo, due ruote alimentate per ogni polo.
Vedi 3: in questa configurazione era presente una lamella in lega di rame, sufficientemente elastica, per mantenere un contatto "strisciante" col bordo metallico interno della ruota. L'altra estremità era ancorata al telaio (di plastica!) con viti-o-rivetti-o incastri. Un cavetto elettrico, saldato, conduceva la corrente al motore.
Nel caso di telaio metallico, come per il sistema 2, è indispensabile un appoggio isolato della lamella per evitare corto circuito.
Il 4° sistema utilizza microscopici pistoni (contenuti in cilindri contenenti piccolissime molle elicoidali) che premono sul bordo superiore della ruota assicurando il contatto. Spesso RR inseriva i pistoncini sulle ruote del tender e l'alimentazione veniva assicurata per mezzo del gancio loco-tender. Ovviamente il sistema si adatta a telai di plastica e crea notevoli problemi di isolamento per telai metallici.
S.O.S B&H 96: la loco che sto restaurando ha un polo assicurato con ruote con lenticole e telaio metallico direttamente in corto col motore (quindi senza filo)......
Ma....... COME ACCIDENTACCIO ERA COLLEGATO L'ALTRO POLOOOO!!!!!!!
Molte grazie per l'attenzione e
da Oliviero
Tutto funziona perfettamente (o quasi..
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Resta il problema dell'alimentazione (la loco mi è stata data priva dei collegamenti elettrici e non ho mezzi per capire come era collegata alla seconda rotaia)
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Vediamo le possibilità:
NOTA IMPORTANTE: stiamo parlando solo di locomotive a vapore non di loco. a carrelli.
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In base alle mie conoscenze (correggetemi se sbaglio!!
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Vedi 2: (solo telai in plastica) Anni '50-'60: tramite mollette avvitate/rivettate al telaio e agenti su 4 ruote (anche l'835 era alimentata solo da 4 ruote): le mollette erano composte da due filamenti con una specie di gancetto, alle estremità, in contatto col bordino della ruota: [esempi: Calimero anni '50/'60, 835 R seconda metà anni '50]
Vedi 1 e 2 Se il telaio era metallico o aveva all'interno lamelle in contatto con gli assi, uno dei poli motore era alimentato col sistema 1: (Per ruote coi raggi in plastica) una lenticola di acciaio elastico e molto sottile, collegava elettricamente l'asse delle ruote al cerchio metallico (bordino) della stessa, trasmettendo la corrente all'asse e quindi (tramite telaio o lamelle) al motore. Ovviamente nel caso di ruote interamente metalliche (come Lima) la lenticola era superflua. In questo caso però l'altra ruota doveva essere isolata dall'asse mediante una boccola di plastica. Solo nei sistemi a tre rotaie le ruote non sono isolate tra di loro.
Nelle locomotive (con 2 o 3 assi) questo sistema poteva alimentare un solo polo. L'altro polo doveva essere alimentato coi sistemi 2 o 3 o 4. Questa era la giusta scelta di RR di avere, come minimo, due ruote alimentate per ogni polo.
Vedi 3: in questa configurazione era presente una lamella in lega di rame, sufficientemente elastica, per mantenere un contatto "strisciante" col bordo metallico interno della ruota. L'altra estremità era ancorata al telaio (di plastica!) con viti-o-rivetti-o incastri. Un cavetto elettrico, saldato, conduceva la corrente al motore.
Nel caso di telaio metallico, come per il sistema 2, è indispensabile un appoggio isolato della lamella per evitare corto circuito.
Il 4° sistema utilizza microscopici pistoni (contenuti in cilindri contenenti piccolissime molle elicoidali) che premono sul bordo superiore della ruota assicurando il contatto. Spesso RR inseriva i pistoncini sulle ruote del tender e l'alimentazione veniva assicurata per mezzo del gancio loco-tender. Ovviamente il sistema si adatta a telai di plastica e crea notevoli problemi di isolamento per telai metallici.
S.O.S B&H 96: la loco che sto restaurando ha un polo assicurato con ruote con lenticole e telaio metallico direttamente in corto col motore (quindi senza filo)......
Ma....... COME ACCIDENTACCIO ERA COLLEGATO L'ALTRO POLOOOO!!!!!!!
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Molte grazie per l'attenzione e
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