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un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 28 dic 2014, 13:24
da Massimo
sì, proprio il 428 Fleischmann... Sto restaurando, per conto del sito, la pubblicazione ERI "Il treno in casa". A pagina 36 appare una foto RR in cui un tecnico, in giacca e cravatta (e con unghie fotoritoccate (x) ), illustrando una modalità di pulizia delle ruote, usa una 428 Fleischmann per la semplice dimostrazione.
Siamo nel 1963 (data di edizione del volume) e già da quasi tre anni il 428 tedesco continua ad apparire nell'editoria RR, prima per illustrare, almeno con una foto, la novità "1960" di quell'anno, poi (nel frattempo il modello viene studiato e analizzato a Como per almeno un anno) per apparire (finalmente) nel catalogo 1961-62 in un 3/4 un pò sghembo, per la verità, ma sicuramente rivarossiano. Il 428 RR è promesso in autunno nel catalogo generale 1960, e cioè verso la fine dell'anno, praticamente dopo quasi due anni di gestazione.

Mi meraviglio, dunque, come in RR, avessero scattato una foto del 428 tedesco quando in casa avevano altri e bei modelli per raggiungere lo stesso scopo dimostrativo.
A meno che l'intervento sul mercato italiano della Fleischmann non bruciasse così tanto da insistere volutamente nella presentazione, in ambiente RR, di un modello che si opponesse concorrenzialmente alla produzione tedesca.

Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 28 dic 2014, 14:39
da Karolus
Se ho capito bene, tu ritieni che il 428 Fleischmann sia stato preso come base di partenza per realizzare quello Rivarossi.
Ora, gli affari sono affari e posso capire le difficoltà di RR nel vedersi invadere così platealmente il campo; quindi è un'ipotesi da prendere in considerazione. A questo punto i nostri due meritano un confronto all'americana (pag. 38 da Ferrovie e treni in miniatura a cura di Uberto Tosco, foto di Carlo Bevilacqua, edizioni De Agostini, Novara, 1969).

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Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 28 dic 2014, 15:50
da Massimo
no, probabilmente mi sono espresso male. L'improvvisa ed inaspettata concorrenza di Fleischmann e la relativa invasione sul mercato italiano con un modello italiano aveva allertato RR che si mise all'opera immediatamente per produrne uno simile. Non credo che in RR avessero bisogno di copiare dai tedeschi (ma sicuramente avranno comunque passato il modello ai raggi X) tant'è vero che il 428 RR è completamente diverso (e a mio avviso estremamente più bello). Ma l'inaspettato arrivo del 428 Flm faceva correre il rischio di perdere una considerevole fetta di mercato italiano e con il rischio aggiunto di perdere la fidelizzazione fino ad allora conquistata. Per parare il colpo a Como fu deciso di preparare un modello simile. Evidentemente ci misero cira due anni (1960 e 1961) ma nel frattempo usarono promuovere un 428 "rivarossiano" taroccando il modello tedesco.

Ma ecco il perchè della mia sorpresa: ancora nel 1963 appariva l'immagine di un 428 tedesco sul volumetto della ERI. Diamo per scontato che la ERI cominciò a raccogliere dati e foto nel '62 ma il BN mostra ancora una volta come il modello tedesco resistesse nell'iconografia rivarossiana anche quando sarebbe stato cronologicamente logico disporre del modello "italiano".

Fleischmann, comunque non mollerà l'osso... con la produzione del convoglio passeggeri e della Gr 685 (che anche RR farà...)
...e ricordo inoltre che, in un'intervista, Alessandro Rossi ci disse che il semitelaio del 428 fu rifatto (nonstante la fretta, aggiungo io) per il desiderio di perfezione di A.R. Un'altra dimostrazione che Rossi intendeva dare battaglia ai tedeschi ma con un modello inattaccabile dalle critiche.
Il mio negoziante di fiducia (che teneva in negozio anche Fleischmann!) mi sollecitava di aspettare l'uscita del modello di Como, ritenendolo, anche se ancora non prodotto, un modello migliore. Probabilmente, frequentando l'ambiente commerciale e tecnico di Rivarossi aveva buoni motivi per avvalorare l'attesa.


PS: sarebbe interessante pubblicare il confronto di "Ferrovie e treni in miniatura" (che non ho mai visto) e che potrebbe interessare molti di noi

Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 28 dic 2014, 20:26
da Karolus
Il curatore del libro enfatizza lo stato dell'arte delle riproduzioni modellistiche, ma non fa alcun confronto diretto, lasciando ai lettori ogni valutazione. Comunque vi trascrivo qui la didascalia relativa alle due foto:

Anche in queste due illustrazioni, che riproducono il maggior locomotore per treni veloci e pesanti delle Ferrovie dello Stato Italiane, si mette in evidenza come Case costruttrici diverse ricerchino, per i loro modellini, la più perfetta imitazione dei particolari: anche i più minuti, come lo sono, per esempio, le file di borchie che sporgono sulle lamiere. Il modello è del gruppo "E-428" (ultima versione) (rodiggio 2-Bo + Bo-2) preceduto, nel tempo, da esemplari meno aerodinamici (2a serie) e da quelli della serie con avancorpi a cofano; anno 1934, 130 km orari, potenza 4000 cavalli-vapore (modellini Rivarossi e Fleischmann).

Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 29 dic 2014, 3:36
da roaringanna
Anche su questo si e' abbondantemente argomentato in passato su questo Forum - a seguito della scoperta tra le foto del Museo RR della presenza, tra gli altri 428, di questo "intruso" (peraltro modificato e ritoccato, con ruote ridipinte in rosso e pantografi/isolatori RR in qualche modo adattati sul tetto).
Dico questo perche' chi voglia meglio ragguagliarsi al riguardo possa farlo senza bisogno di rivolgersi altrove.

Mi si passi una nota di perfidia:
" ...il semitelaio del 428 fu rifatto (...omissis...) per il desiderio di perfezione di A.R. Un'altra dimostrazione che Rossi intendeva dare battaglia ai tedeschi ma con un modello inattaccabile dalle critiche"

Gia' che c' erano, forse avrebbero fatto meglio a fare i finestrini anteriori "giusti", come nel modello FLM...

Dodi

Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 29 dic 2014, 12:28
da Massimo
hai perfettamente ragione! i finestrini anteriori furono probabilmente, anzi sicuramente, ricorretti in RR (forzature di Rossi) per dare al modello un equilibrio estetico che, al vero, il prototipo non aveva. Ci raccontava lo stesso Rossi che, in occasione di stampi Pocher, un'auto presentava un particolare che, riprodotto in scala, non convinceva Alessandro che forzò la corretta scala per esasperate il dettaglio e renderlo più percepibile. Una forzatura spesso ancora oggi usata ma non certo al livello della forzatura dei finestrini del 428 (ben più grave) ma Alessandro Rossi considerava i suoi trenini "i suoi trenini"
Nel bene e nel male.
Comunque il 428 RR risultava molto più convincente del Flm, specie nella qualità dell'incisione sia della cassa che del carro.

Re: un 428 che imperversa

MessaggioInviato: 30 dic 2014, 4:23
da roaringanna
De gustibus non disputandum est, caro Massimo, per cui rispetto pienamente il tuo parere, pur non condividendolo affatto...

Ho sempre avuto una passione sfrenata per il 428 (FS, dico, e particolarmente il 2a Serie) per cui spaccai il salvanaio (nel 1960 avevo 13 anni...) e comprai un 428 Fleischmann. In tempi piu' recenti, complici i mercatini e poi il web, ho aggiunto un Flm 2a edizione, alcuni RR delle varie Serie, ed infine anche gli ultimi RR in scala 1:87. Ma, nonostante le mie inclinazioni "americaniste", quel 428 Flm del 1960 resta il modello a me piu' caro di tutta la mia collezione - quello, per intenderci, che non esiterei a salvare in un ipotetico incendio.
Ragion per cui il mio giudizio non puo' certo dirsi obbiettivo!

Detto questo, e tornando in tema - cioe' alla foto che ci hai proposto - per quello che riesco a vedere mi sembrerebbe che il modello raffigurato abbia ancora i pantografi e (forse) anche i ganci std Flm, oltre al commutatore per la linea aerea - tutti particolari rimossi o sostituiti nell' esemplare del Museo RR. C' e' da supporre, quindi, che la foto non sia del 1963 (data della pubblicazione) ma di qualche anno prima, quando il 428 RR era ancora in fieri.

"Mi meraviglio, dunque, come in RR, avessero scattato una foto del 428 tedesco quando in casa avevano altri e bei modelli per raggiungere lo stesso scopo dimostrativo."

Resta comunque un mistero perche' si sia scelto di utilizzare una vecchia foto con il modello "sbagliato" anziche' farne una nuova con il modello "giusto",
ma i termini sono un poco diversi.

Dodi