Gr 625 164



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Gr 625 164

Messaggioda elio » 12 nov 2018, 10:42

Ciao a tutti.
Per effettuare la riparazione delle scalette del mio modello Gr 625 164 ho provveduto a separare il telaio dalla carrozzeria servendomi delle istruzioni a mia disposizione (catalogo ricambi 1963, 1966, 1979, istruzioni modello 1120 - 625-316, istruzioni modello 1170 - 625-032, istruzioni modello L 625/R). Dato che il mio modello ha i mancorrenti anteriori in un pezzo unico, ritenedo fosse il modello "L 625/R", ho effettuato, come richiesto dalle istruzioni, lo smontaggio del carrello anteriore. La manovra, oltre a rivelarsi inutile al fine della separazione del telaio dalla carrozzeria, mi ha messo in crisi in quanto dalla smontaggio sono venuti fuori i pezzi che si possono osservare nella foto allegata.
Al momento non dispongo delle istruzioni relative al modello 625-164 e quindi non sono in grado di sapere se il carrello è originale, ma di certo non è quello che risulterebbe dal foglio istruzioni della 625/R che dovrebbe prevedere solo una vite di fissaggio con la relativa rondella (forse?). Solo nelle istruzioni del modello 625 032 compare la rondella con forma eccentrica e un distanziale ma i mancorrenti sono in due pezzi separati.
Le mie richieste a questo punto sono due:
1) qualcuno ha l'esploso del modello 625 164?
2) qualcuno mi sa indicare la procedura corretta di montaggio del carrello con i pezzi presenti nella mia foto e spiegarmi la funzione dei vari pezzi ?
Relativamente alla richiesta n.2 preciso che i diametri interni ed esterni non consentono l'individuazione di una sequenza di montaggio univoca (ad esempio il distanziale non entra nel foro presente nel carrello). Vorrei inoltre conoscere la funzione della rondella eccentrica che presenta un rilievo all'estremità come se si trattasse di un fermo del tipo a molla che dovrebbe quindi avere un riscontro dentro il carrello o un una parte del telaio.
Grazie a chiunque fosse in grado di darmi delle risposte precise.
Elio Cammarata
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elio

 
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Re: Gr 625 164

Messaggioda Max 851 » 12 nov 2018, 12:32

Ciao Elio,
andiamo con ordine: dire 625 164 non significa molto perché questo numero di servizio è stato utilizzato nel tempo dalla Rivarossi per modelli successivi, dalle caratteristiche costruttive abbastanza diverse. Se il tuo ha i corrimani anteriori in un unico pezzo è senz'altro il modello L625/R, che ha anche il biellismo un po' semplificato come si vede dalla foto e dovrebbe avere il tender senza i corrimani metallici sul lato sinistro. L'esploso di questo modello lo trovi sui cataloghi delle parti di ricambio presenti sul sito, per esempio quello 1963 che peraltro hai citato, quindi non capisco bene di cosa hai bisogno, non credo che siano mai esistiti altri esplosi più dettagliati. Non so se il carrello anteriore del tuo modello sia originale, purtroppo erano facilmente soggetti al degrado della lega a base di zinco, comunque è stato sicuramente modificato perché la piastrina con il gancio era fermata da un rivetto e non da una vite; tieni presente tuttavia che in caso dovessi sostituirlo è un particolare che Rivarestore riproduce, così come le scalette. Quanto a quella che tu chiami "rondella eccentrica", in realtà si tratta della molla di contatto che serve a trasmettere al telaio della loco la corrente prelevata dalla ruota del carrello munita di dischetto metallico. Purtroppo non ricordo l'esatta sequenza di montaggio, e al momento non ho il modello a portata di mano, ma penso che qualcun altro potrebbe aiutarti (Oliviero...?).
Buon lavoro
Massimiliano
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Re: Gr 625 164

Messaggioda Talgo49 » 12 nov 2018, 15:30

Solo due domande:
- Le due rondelle nere sono in metallo o in fibra (cioè isolanti)?
- Dovrebbe esserci un dado esagonale per il bloccaggio della vite

Massimiliano ha ragione circa lo scopo della "rondella eccentrica".

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Re: Gr 625 164

Messaggioda 3-nino » 12 nov 2018, 16:16

caro Elio la 625 è del primo tipo, il carrello è sicuramente una riproduzione, e probabilmente ha il difetto di quasi tutte le riproduzioni. E' un pò più piccola dell'originale, in particolare negli spessori. La coda di castoro con il foro per la vite che fissa il carrello al telaio, in genere è più sottile di mezzo millimetro e costringe a riempire con rondelle dello spessore adeguato il vuoto che si viene a creare. Senza, il carrello ciondola e la molla, che dove sostenere e molleggiare il carrello, ciondola anch'essa. La funzione della molla di trasmettere corrente,che pure è prevista, è relativa, perche il carrello è comunque incernierato con elementi tutti metallici al telaio della macchina. La sequenza del montaggio è: Vite; Carrello;eventuale Rondella (con il foro pari al diametro del collare della vite e di spessore tale da compensare il restringimento della fusione senza bloccare la rotazione del carrello stesso); Molla con la punzonatura rivolta verso il carrello; Spessore (un tubetto metallico con il diametro interno pari a quello dello stelo filettato della vite, quello esterno di 3/4 mm, e alto 3mm). E' lo spessore che ti manca! Il precedente proprietario si è arrangiato con quelle rondelle per fare "spessore". Ma, ad occhio, non credo che abbia risolto granchè! Lo spessore giusto, consente di stringere la vite nelle giusta misura e essendo di diametro più grande del collarino della vite stessa, trattiene la molla e il carrello al loro posto senza che scorrano in alto lungo lo stelo della vite. In mancanza del meglio, trova un tubetto di ottone, anche di penna biro, tagliane un piccolo mozzicone di 3mm circa, appoggia una rondella di diametro adeguato sul collarino della vite avendo precedentemente infilato la molla, quindi infila il mozzicone di tubetto e stringi la vite. vedrai che funziona anche così. sualuti.
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Re: Gr 625 164

Messaggioda elio » 12 nov 2018, 16:19

Grazie per le sollecite risposte.
Rispondo ad entrambi.
Le due rondelle nere sono metalliche, così come il distanziatore. Nella parte del telaio verso la caldaia c'è il dato esagonale in cui si impegna la vite nera lunga per bloccare il carrello.
La ruota di sinistra del carrello presenta effettivamente il disco metallico per la presa di corrente ma non c'è modo di trasmettere la corrente così prelevata alla "molla prendicorrente", da me impropriamente chiamata "rondella eccentrica", perchè il carrello è di metallo ma verniciato di rosso, quindi non può essere un conduttore efficace; inoltre l'assale del carrello, cui il disco trasmette la corrente presa dal binario, non ha nessuna "molla" per trasmetterla al carrello stesso, quindi non può trasmetterla a sua volta alla "rondella eccentrica". Credo invece di capire che quest'ultima serva a predere la corrente dalla ruota sinistra dell'assale anteriore che dovrebbe essere a massa con il telaio della loco.
Nel catalogo del 1963 si vede effettivamente una sporgenza dal carrello verso l'assale in questione che sembrerebbe la mia "rondella elastica".
Se è così credo di aver capito la sequenza di montaggio anche se rimane il dubbio di dove posizionare le due rondelle (perchè due?).
Attendo le vostre gradite osservazioni

Elio
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Re: Gr 625 164

Messaggioda elio » 12 nov 2018, 16:48

Risposta per Nino.
Ti ringrazio per le tue osservazioni ma, senza uno schemino più o meno tecnico che esemplifichi il tuo ragionamento non riesco proprio a capire come faccia la molla prendicorrente a molleggiare il carrello oltre a trasmettere, anche se relativamente, la corrente. Ribadisco inoltre che non c'è continuità elettrica tra l'assale del carrello ed il telaio del carrello stesso.
elio

 
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Re: Gr 625 164

Messaggioda 3-nino » 12 nov 2018, 20:00

Visto che stiamo parlando della 625 vorrei dare qualche ulteriore informazione sulla prima versione del 59. Ho sempre trovato questo oggetto un importante,ulteriore passo di RR finalizzato a contenere i costi, estendendo l'uso della plastica, semplificando la trasmissione del moto e ritornando al motore in cabina nelle grandi locomotive con tender, dopo l'esperienza delle 740/280. Il telaio, completo di pancone anteriore e di piattaforma della cabina, è in un'unica fusione di plastica, e costituisce una ulteriore importante novità, che riserverà però qualche sgradevole sorpresa. Non so se già lo si prevedeva in sede di progetto, ma per conferire la rigidità necessaria all'esile telaio in plastica si sono rivettati ai suoi lati due fianchetti di lamiera sagomata. Questi contribuiscono solo in parte a irrigidire la piattaforma in plastica cui il motore è fissato, La caldaia- chiusa, completa di portello della camera a fumo e passerelle laterali, duomo, sabbiera, e particolari ben riprodotti nello stampo- l'ho sempre considerata un' ulteriore piccola magia RR. Il telaio del tender, in plastica, con minuziosi particolari riprodotti del sistema di sospensione e frenante, un altro piccolo gioiello RR. I problemi sorgono dalla nuova disposizione del motore su un supporto in plastica. Nella 221 il motore è fissato con viti in verticale su un telaio metallico che collega rigidamente la trasmissione del moto con ingranaggi agli assi motori; nella 835 il motore è adagiato orizzontalmente sul telaio, fissato con viti su ancoraggi verticali nei telai metallici e sul fondo del telaio in quelli in plastica. Anche qui la trasmissione ha un collegamento rigido tra motore e assi.Nella 625 non è così ed RR è duvuta ricorrere a espedienti non proprio all'altezza delle sue capacità tecniche, per risolvere i problemi che caratterizzavano la trasmissione di queste macchinette. Il castello del rinvio di ingranggi, dal motore all'asse, è ricavato nei fianchetti di lamierino metallico rivettati al telaio in plastica , il motore è alloggiato e fissato con due viti sul fondo della piattaforma in plastica con un lieve inclinazione in avanti. Il collegamento tra castello di ingranggi (metallico) e albero motore non è rigido ma, come dice la parola stessa, "plastico". Aggiungo che per collegare a massa il motore si è adottato un ulteriore espediente poco razionale. La piastrina ferma assi è a contatto con il fianchetto metallico con le mollette prendicorrente. la vite con collarino (che porta la piastrina d'aggancio del tender) la blocca sotto la cabina avvitandosi in un foro passante ricavato nella piattaforma di plastica su cui è fissato il motore. La vite è tagliata a misura, perchè deve toccare, ma non troppo, la piastra del motore avvitata alla piattaforma. E' con questo percorso avventuroso che il motore è collegato a massa. Col tempo, gli sforzi di trazione ( avanti -indietro con vagoni al traino che fanno andare su e giù la piattaforma come un trampolino), alteravano la geometria di lavoro della vite senza fine con il cattivo consumo degli ingranaggi di ottone. In presenza di scarsa lubrificazione poi, gli ingranggi si consumano come biscotti, e il truciolo di ottone è sparso ovunque. Questi fenomeni portano ad impuntamenti, perdita di contatto con la vite di massa. Se non si conosce la funzione elettrica essenziale di quella vite, dovendola svitare per qualunque motivo, se riavvitata poco, il motore non parte, se troppo, si altera la geometria di lavoro del motore aggravando i problemi richiamati o peggiosi spana la filettatura che e ricavata nella plastica. RR rendendosi conto del problema lo affrontò con un ulteriore accrocco. Accanto alla vite famosa ha collocato un'altra vite, autofilettante, che appana in un ulteriore foro passante, ancora più esterno nella piattaforma in plastica e che serve da registro dell'inclinazione del motore per avvicinare o meno la vite senza fine all'ingranaggio di rinvio del moto. La piccola è diabolica. Se allentata il motore gira e la macchina sta ferma, se stretta il la vite senza fine che è di acciaio si mangia l'ingraggio. Quindi, attenzione. Saluti 3-nino
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Re: Gr 625 164

Messaggioda Oliviero Lidonnici » 12 nov 2018, 20:22

Stavo preparando gli schemi per rispondere ad Elio mentre si è inserito Nino: argomento molto interessante ma che richiede una valutazione ponderata e non meriterebbe una risposta affrettata. Cionondimeno (studierò in seguito l'argomento) rispondo prima all'amico Nino con quella che è stata la mia esperienza (pratica): la L625/R è stata la mia quarta locomotiva (dopo Calimero, L835[1958] e Le636)- Acquistata nel 1959 (prenotata in negozio al momento della presentazione in catalogo. A parte il bissel che si è sbriciolato negli anni '80 ed ho sostituito, prima autocostruito in ottone saldato, poi sostituito con un recente ricambio, è la locomotiva che più ho utilizzato: ho solo sostituito i carboncini consumati, non mi ha dato mai problemi e funziona ancora perfettamente :D
TORNIAMO all'argomento base
Non mi risulta presenza di rondelle c'è solo vite con dado, linguetta prendi-corrente e spaziatore.
Attenzione che il disegno sui ricambi è sbagliato!
Catalogo625.jpg
Particolare della scheda RR parti di ricambio
La rondella-linguella prendi corrente è disegnata al contrario!

Ecco la disposizione delle componenti: le frecce blu indicano la sequenza di montaggio se il carrello è originale o comunque riprodotto esattamente: nell'ipotesi lo spessore dell'anello di zama, fosse più sottile dell'originale (e solo in questo caso!) si potrebbe inserire una rondella (foro largo di almeno 3 mm!) tra spaziatore e linguella [frecce rosse]
FIGURA1.jpg
Per migliorare la spinta verso il basso del bissel conviene piegare (pochissimo!) verso il basso la linguella. Inoltre occorre grattare la vernice rossa all'interno dell'incavo del carrello (freccia verde)

Una volta rimontato, la spinta della molletta dovrebbe contrastare la gravita (locomotiva capovolta) mantenendo le ruote su un piano ideale:
FIGURA2.jpg

Controllare comunque che il carrello possa ruotare e "dondolare" verticalmente senza sforzi.
Nota: stringendo la vite controllare che la linguella rondella circondi liberamente la sezione maggiore della vite e non venga bloccata dal dentino formato dai diversi diametri della vite.
Saluti da Oliviero
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Re: Gr 625 164

Messaggioda 3-nino » 12 nov 2018, 21:51

Al solito arrivo tardi, mi scuso ma ho scritto sopra la tua risposta, non avendola vista. Io sono una capra informatica e non invio schemi foto od altro. Semplifico al massimo. Sequenza di montaggio avendo tutti i componenti originali: Vite con la testa appoggiata su un piano, carrello con le ruote rivolte a terra infilato nel collarino della vite ( è la parte più larga del gambo della vite, attaccata alla testa), infilare la molla sempre nel collarino, con il naso rivolto in avanti e la punzonatura appoggiata sul dorso del carrello. Qui occorre quello che non vedo. Un tubetto metallico di 3mm di altezza e 4 di diametro, brunito. Infilato nel gambo della vite si appoggia sul collare e avendo un diametro maggiore tiene carrello e molla al loro posto, alla giusta altezza rispetto al telaio, senza impedire la loro rotazione attorno al collarino Se lo rimonti con quello che hai, il carrello sale sul gambo della vite che come vedi è lunga. Ed è ovvio che in queste condizioni la molla non funziona. Quando tutto è a posto la linguetta punzonata spinge verso il basso il carrello per impedirgli da alzarsi sui binari, con il rischio di deragliamenti. Il carrello se è metallico conduce corrente, eventualmente occorre grattare la vernice nelle sedi della vite e dell'asse delle ruote. Se non dovesse comunque condurre corrente vuol dire che è una replica in resina pesante. Sembra zama ma nei fatti è plastica. Spero che stavolta le cose siano più chiare. Oliviero ha perfettamente chiarito anche con le immagini, la situazione. Per il resto attendo le tue ponderazioni
3-nino

 
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Re: Gr 625 164

Messaggioda 3-nino » 13 nov 2018, 0:22

circa i problemini della 625 R, poi 1112, che considero un ottimo modello ad un prezzo alla vendita veramente interessante ( mi sembra 6200 lire contro le 11500 della 740), che testimonia del grande lavoro di abbattimento dei costi industriali realizzato da RR con questo modello, fornisco ulteriori spunti. Le successive locomotive avranno modifiche tecniche rilevanti rispetto alla prima 625, con un parziale ritorno allo schema 221. La 691 avrà la piattaforma della cabina in fusione metallica solidale con il telaio, la cui struttura portante è in lamierino tranciato e modellato; il motore è ancorato al telaio tramite una paretina verticale ricavata direttamente con la tranciatura del lamierino. Si ritorna al motore che aziona in orizzontale la trasmissione alle ruote del moto tramite vite senza fine e ingranaggi in bagno d'olio. Il collegamento a massa sulla macchina è garantito dal telaio metallico e dai pulsanti prendicorrente alle ruote. L'altro polo è portato dal tender tramite cavetto. La 680/ 685 del 63, ripropone lo stesso schema con il motore fissato tramite due orecchie verticali ricavate dal lamierino del telaio. Collegamento a massa garantito dal telaio della macchina, l'altro polo tramite tender (con pulsanti sulle ruote nel tender a tre assi) e cavetto. Poco dopo con la 625 targata 11112 del 65 si abbandonano le soluzioni meno convincenti del 59, per adottare quelle più tradizionali e sicure, già ripescate con la 691 e la 680/5 : presa di massa sulla macchina meno avventurosa, tramite pulsanti sulle ruote, telaio metallico con orecchie verticali per l' ancoraggio del motore, che elimina anche l'effetto trampolino della vecchia piattaforma in plastica, piastrina di aggancio del tender rivettata sul fondo in plastica del telaio che porta l'altro polo al motore captato dal tender tramite pulsanti sulle ruote. Ho l'impressione che si sia voluto rimediare ad un eccesso di ottimismo progettuale (telaio in plastica) che aveva costretto RR a ricorrere a delle soluzioni un pò barocche, che sicuramente hanno funzionato ( funzionano ancora) ma con qualche complicazione di troppo. Segnalo che oltre alla vite per la massa, alla vite di registro, si è dovuto anche ricorrere ad uno spessore sagomato e forato, da inserire nella sede che alloggia il motore, per ottenere altezza e inclinazione opportune dell' albero motore. Uno spessore in un modello appena sfornato puzza di errore progettuale e comunque di cattivo funzionamento. Oliviero, spero di averti offerto sufficienti sfrugugli per divertirti un pò. Saluti cordialissimi G.p.
3-nino

 
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