da ftr212 » 29 gen 2022, 23:04
Buongiorno a tutti,
da accaparratore quasi compulsivo di trasformatori Conti (sui siti Clamfer e CuccioloAzzurro è possibile trovare un mio vecchio "Tema" sull'argomento), ma anche FEM e Cos.Mo e PVZ, posso dire che si tratta di apparati strasicuri dal punto di vista sostanziale. Ovviamente in relazione alle attuali normative di sicurezza sono tutti fuori legge. Comprensibile anche la posizione di qualche negoziante che, come è capitato a me, ha estratto un trasformatore Conti degli anni '40 da una confezione confezione bellissima e me l ha venduta senza e non c'è stato verso. Per fortuna ne avevo altri a casa uguali... Del resto ormai le normative, travalicando nell'assurdo, annullano l'applicazione del buonsenso, e come giustamente è stato osservato, si cerca il responsabile anche per un meteorite caduto in testa o se qualcuno si prende un fulmine durante un temporale mentre era nel bosco con in mano un'asta metallica appuntita rivolta verso il cielo, qualcuno cercherà di colpevolizzare il proprietario del bosco per non aver segnalato il pericolo ...
I materiali sono di qualità eccellente, tutti sovradimensionati e non ne ho mai incontrato uno bruciato. Certo le criticità devono essere valutate: basta vedere lo stato generale dell'oggetto, la conservazione del cordone per esempio. I condoni di gomma non devono essere cotti e quelli rivestiti di stoffa possono trarre in inganno e la gomma esser cotta all'interno...ma insomma: si vede. Internamente non ho mai riscontrato il distacco dei cavi di alimentazione del primario, però può capitare, per il lungo uso che si distacchi il cavetto collegato al cursore della regolazione, il quale , in linea teorica , potrebbe poi andare a finire a contati to con le saldature del selettore del primario. Fatto remoto però perché comunque la collocazione dei cavi è tale da non potersi avvicinare da soli facilmente. Per il solito, quando qualche cosa non va, aprendolo si scopre che i danni sono stati fatti durante qualche precedente apertura della scatola. Infatti, e qui occorre attenzione, i cablaggi hanno tutti delle misure "giuste" , senza abbondanze e nell'aprire tirando è possibile causare distacchi di cavetti.
Qualche modesta perdita di funzionalità è qualche volta riscontrabile in quelli per la corrente continua in cui il raddrizzatore a piastre al selenio dopo oltre mezzo secolo non ha più le caratteristiche iniziali. Ma si tratta di casi rari.
Il trasformatore con cassa in legno del "Cucciolo" eroga 5 watt, un 424 a due motori necessita di 15 watt, certo vanno anche con 10 e con 5...ma se li si utilizza a lungo di continuo, sicuramente si scaldano eccessivamente.
Infine la questione "Cucciolo". Quello della foto è una versione "tarda", primi anni '50. Infatti il mantello è già realizzato in pressofusione coerente anche con ganci automatici di nuovo tipo. La colorazione rossa del Cucciolo locomotore non è "rara": erano tutti e solo così. Purtroppo la confusione è generata dalla somiglianza del mantello con numerosi altri modelli che "Cucciolo" non sono e tale denominazione viene sistematicamente abusata. Il "Cucciolo locomotore" è solo questo: rosso, in C/A unico senso di marcia senza regolazione, trasformatore con cassa in legno, armamento a due rotaie, abbinato a due carri, pianali alto e basso, che NON sono quelli della foto, ma anche essi di colorazioni fantasiose, giallo, azzurro e grigio . La confezione "Cucciolo" nacque con la logica commerciale di un antesignano "entry level" indirizzato specificatamente ai bambini più piccoli. Dunque moltissimo giocattolo e poco modello, colori sgargianti e fantasiosi, estrema semplificazione d'impiego e costi di produzione e di vendita contenuti. Curiosamente esisteva una identica confezione, con identica denominazione e modalità, dotata invece di una locotender a vapore nera della foggia di una 835, abbinata a due pianali marroni: si chiamava "Cucciolo locomotiva".