uno degli argomenti più spinosi ,parlando di RR, risulta essere la scala ibrida 1/80.
Sappiamo che i modelli americani, date le maggiori e più generose dimensioni dei prototipi, erano rappresentati correttamente in 1/87. Per il materiale italiano FS, invece, Alessandro Rossi dovette cedere ad alcuni compromessi per poter inserire agevomente il propulsore (che al tempo non permetteva eccessive miniaturizzazioni) e che coinvolse non solo le motrici ma per coerenza estetica anche il restante materiale rimorchiato.
Dalle due foto ravvicinate (affiancate all'altezza dei finestrini, che appaiono comunque molto simili alla scala corretta) risulta chiaramente la "dilatazione" dimensionale del modello RR a confronto con un moderno modello ACME in perfetta scala HO.
L'effetto ibrido coinvolgeva anche la larghezza (mm36) contro i 32 della scala esatta ed una esagerata altezza dal p.f. (52mm) probabilmente determinata da un armonico equilibrio volumetrico, evitando sbilanciamenti eccessivi in una solo direzione. La carrozza risultava pertanto molto più alta delle consorelle RR anche se nella foto dell'originale (Expo di Bruxelles -1958) appare di uguale altezza alle carrozze vicine. Confrontando i due modelli (ACME e RR) appare invece pressochè simile la lunghezza complessiva, o comunque con differenze non percettibili all'occhio.
Questo processo di "libera elaborazione dimensionale" avrebbe coinvolto nel tempo quasi tutti i modelli RR aumentandone l'isolamento, cosa che comunque avveniva sia in casa Maerklin (alimentazione in c.a. 3r e ganci ad altezza diverse) o in
Fleishmann (ganci ad uncino). Resta da dire infine, che fino a pochi anni fa le carrozze passeggeri restavano ridotte, in lunghezza, alla scala 1/100