Sono ancora oggi stupito dalla leggerezza dei fermodellisti di allora (me compreso
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) nell'accettare simili fantasiose elaborazioni.
Devo dire però che al tempo le informazioni importanti di confronto (figurini, disegni quotati, foto) erano di difficilissima reperibilità e solo le rare riviste di settore pubblicavano qualcosa.
Ci si fidava enormemente della casa produttrice, confidando che essa stessa si fosse documentata a sufficenza prima di produrre un modello.
La BR 80 e la pseudo T3 montavano lo stesso telaio e biellismo con la stessa disinvoltura con cui tutti gli altri produttori cercavano di sfuttare al massimo gruppi di motorizzazioni per produrre più modelli. RR fece lo stesso con il gruppo carrello-motore per creare la prima dockside, le FNM 2002 ed il 626.
Un pò di ignoranza da parte dei fermodellisti, una certa faciloneria industriale nell'offrire più modelli possibili al minor costo raggiungibile, hanno però permesso, tra gli anni '50 e '60 di estendere il fermodellismo ad un pubblico vastissimo e creando le premesse di un mercato sempre più ampio e consapevole.
Alla fine, e nonostante tutto, i fermodellisti FLM potevano disporre, nel loro deposito locomotive, di ben due modelli, ottenuti in poco tempo e con la minor spesa. La BR80 si incaricava di comporre convogli, nello scalo merci, per la piccola T3 che trainava piccoli convogli passeggeri e merci a due assi mentre la BR01 era agganciata a treni espressi. Dopo tutto esisteva almeno un piano industriale logico e produttivo.
...dunque viva il fermodellismo!...