Salve!
Come Fleischmann-fan e cultore dell'E 428 seconda serie (delle 3 canoniche), ho letto d'un fiato i vari filetti e mi sono iscritto seduta stante per offrire un modesto contributo.
Non ero al corrente delle dispute spionistico-concorrenziali, ovviamente indimostrabili, mentre date e prezzi sono esatti; escludendo dall'intervento la Gr.685 (invero non eccelsa e secondo i ferrovieri cui la mostrai poco realistica, non avendo l'albero a gomiti, coi relativi cilindri interni!) mi preme rimarcare quanto già scritto, ossia che l'E428 Fleischmann costava ben 150 lire in meno del concorrente Rivarossi, che godeva della vendita diretta e nessun dazio doganale! Considerando che almeno all'epoca le Ditte prosperavano e che reputo che la Fleischmann non operasse il dumping, la differenza non è di poco conto (leggi forti utili per Rivarossi).
Al di là del valore economico, va rilevato che negli anni sessanta le dispute vertevano sul materiale; ricordo ancor oggi le dispute con il mio compagno di banco, possessore del "concorrente" Rivarossi; questo in plastica era decisamente più dettagliato, ma all'epoca non c'erano i vetrinisti e gli scatolari, ma i plasticisti e qui il peso (quasi 700 gr.) del Fleischmann faceva aggio con la sua potenza, trainando anche 10 carrozze su una livelletta del 4%.
Per rimanere al becero valore veniale, rimarco che a fronte (per alcuni anni) di un prezzo minore, oggi il rapporto si è invertito; proprio oggi un catorcio (eBay 270915259743) Fleischmann è andato a 122,00; modelli validi non si prendono per meno di 200,00 euro, mentre per i fior di conio si superano i 350,00 e stante il crollo dei valori degli ultimi tempi, l'E 428 Fleischmann è uno dei pochi modelli che non solo si mantiene, ma tende a rivalutarsi. Mi fermo qui per non essere scortese, visto il Sito ospitante.
Per le questioni tecniche non concordo con quanto scritto; premesso che il modello messo in catalogo nel 1960 non è mai esistito (mi scuso ma fatico ad inserire foto; chi interessato può scrivere ad info@eurotreno.it), come confermato dalla Fleischmann: mai uscito un ruote nere, fari ottone, mancorrenti ad occhiello, etc; in catalogo figurava quindi una foto-disegno, indice che anche in Fleischmann si correva; tale siluette figura anche sulle chiusure delle prime scatole e relative istruzioni (datate); fino al 1970 il modello (art.1399) subì continue migliorie/varianti: da 2 a 4 guarnizioni di aderenza, tergicristalli tampografati, pancone verniciato in rosso; varianti sostanziali anche nei pantografi (di eccezionale resistenza: sul mio platisco avevo autocostruito la catenaria, saldata, quindi robusta; essendo i binari poggiati liberamente sulla massicciata, l'intenso traffico, 10 treni in contemporanea, mandava i binari fuori allineamento, con conseguente impiglio del pantografo attivo nelle zampe di ragno: sono ancor oggi perfetti e funzionanti!); le varianti più evidenti, almeno nei modelli in mio possesso, sono consistite nel colore degli isolatori, del filo in seguito lamierino tranciato, degli striscianti; nel 1971, ultimo anno di presenza nel catalogo, uscì il cosiddetto (ed oggi costoso) ruote rosse (art.4399); anche la coloristica presenta varianti; accanto al noto marrone scuro/chiaro, ognuno di questi, forse a causa del tempo, presenta sfumature, tipo opaco/semilucido/brillante. Ultima notazione gli imballi: la classica scatola ad infilare ha presentato interni in cartone giallo tranciato (il marrone è un falso, cioé rifatto), poi in PVC rigido (una manna per la verniciatura!); con il passaggio a scatole con coperchio, dopo un breve uso del famigerato PVC, si è passato al comodo polistirolo.
Vado a mente, ma credo nel 1963, uscì anche una confezione (art.399) con bagagliaio e 2 carrozze (chi ne avesse, magari di troppo....).
Grazie per l'attenzione, Renato