EPOCA "POST RIVAROSSI/COMO"



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
Vi aspettiamo numerosi!!!
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Messaggioda thedoctor » 28 gen 2015, 19:59

Se si esclude la cessata produzione Walschaert ed il tentativo di un negozio su base ACME che voleva imitare la serie Trenh0bby anche nel nome,in quest'epoca "post RivarossibyComo"ormai i kit di rotabili sono solo un ricordo di noi che abbiamo ampiamente passato gli "anta";oggi-basta guardare anche i commenti con la bava alla bocca circa le novità di Norimberga-conta se la ditta Y fa il modello X col tergicristallo esatto rispetto allo stesso modello della ditta Z,infinite versioni dello stesso rotabile con particolari fatti per giocare alla caccia all'errore di enigmistica memoria....qualche azienda blasonata ha dichiarato in passato che fare un kit "costa troppo,più del modello finito";fra l'altro questo mi porta a pensare che certi modelli di classe elevata potrebbero invece anche essere venduti senza motorizzazioni visto che bisognerebbe farli girare in uno spazio da villa comunale e non in una casa media di oggi(e di ieri)mentre,tornando in argomento, nel campo del kit non era assolutamente sbagliata la filosofia -per i mezzi di trazione- di rendere disponibile separatamente e quindi anche a costo minore, la motorizzazione: chi non aveva troppo dindini poteva rimandare l'acquisto a miglior momento.



"Cuncè...' tte ssi fatte vecchia,Cuncè" (da "Natale in casa Cupiello")
Ultima modifica di Dario Romani il 30 gen 2015, 9:15, modificato 1 volta in totale.
Motivazione: CREATO NUOVO ARGOMENTO - ERA O.T.
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Messaggioda Max 851 » 29 gen 2015, 9:36

Rispondo a Thedoctor, magari rischiando di andare leggermente OT. Anch'io ho sempre pensato che noi modellisti ferroviari siamo gente un po' strana, perché in tutte le altre branche del modellismo si fa un'ovvia distinzione tra modelli statici e modelli funzionanti: è chiaro che le leggi della fisica non possono essere ridotte in scala e quindi in un aeromodello volante si dovrà per forza accettare qualche compromesso, idem per un modello navale destinato a navigare veramente. Solo noi, o meglio molti di noi pretendono locomotive in scala perfetta con dettagli fragilissimi, e magari motorizzazioni ultrasofisticate, destinate a restare in vetrina o a percorrere tracciati con curve da deposito tranviario (in scala ovviamente).
Certo, in medio stat virtus: penso anch'io che la vecchia Rivarossi avrebbe potuto facilmente realizzare la carrozza Ciy veramente a tre assi, o il tender della 625 un po' più somigliante al reale ( e magari non scegliere il numero 164 per una locomotiva con la guida a destra...).
Personalmente a volte mi chiedo se posso veramente considerarmi un fermodellista o se magari sono solo...un appassionato di trenini d'epoca!
Massimiliano
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Messaggioda Giorgio » 29 gen 2015, 10:35

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Messaggioda Dario Romani » 29 gen 2015, 10:56

Ultima modifica di Dario Romani il 30 gen 2015, 9:45, modificato 3 volte in totale.
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Messaggioda Max 851 » 29 gen 2015, 11:43

Personalmente sono molto tollerante, l'importante - come dice Giorgio - è divertirsi. Non ho niente quindi contro chi conta i chiodi o vuole i tubi delle sabbiere che sfiorano veramente la rotaia, purché - come dice Dario - non ci tocchino la vecchia Rivarossi o, aggiungo io, la vecchia Maerklin con il binario M, i relè, le luci che lampeggiavano invertendo la marcia...
Comunque, leggendo quello che ha scritto Giorgio mi veniva in mente un vecchio articolo pubblicato su Italmodel o su I Treni, non ricordo, dal titolo Il Plastico Sociale, dove si parlava di un omino che tentava ostinatamente per tutta la serata di agganciare un carro a sponde della Società Veneta ad un locomotore da manovra americano...
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Messaggioda Morpius » 29 gen 2015, 17:45

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Messaggioda thedoctor » 29 gen 2015, 21:50

Il titolo era " una serata al club " e ben descriveva certe situazioni ancora attuali oggi... -1-
il numero è il 35 pagina 34...
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Re: EPOCA "POST RIVAROSSI/COMO"

Messaggioda Max 851 » 30 gen 2015, 16:38

Si, avete ragione, il titolo era proprio "Una serata al club" di G. G. Turchi, me ne sono ricordato dopo. Purtroppo il numero 35 di IT insieme a tutti quelli delle prime annate se ne sta inscatolato in cantina, ma sarebbe divertente rileggerlo.
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Re: EPOCA "POST RIVAROSSI/COMO"

Messaggioda MauroT » 31 gen 2015, 11:34

Per quello che riguarda le produzioni attuali abbiamo visto tutti che si fanno produzioni "mordi e fuggi". In pratica non è più come prima dove un modello lo trovavi anche tre anni dopo la sua uscita, adesso si produce il minimo indispensabile per riprendere l'investimento fatto più un òauto guadagno poi basta. Niente magazzino e niente rimanente in più costringi anche il modellista ad un acquisto impulsivo per la paura di non poter più trovare il tanto desiderato modello magari atteso da anni.
Poi le scelte vengono fatte sempre e solamente o sui numeri che possa fare un determinato modello o sceglierne uno sul quale si possono produrre 73459 versioni.
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere niente in cambio (Samuel Johnson)
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Re: EPOCA "POST RIVAROSSI/COMO"

Messaggioda thedoctor » 31 gen 2015, 22:35

Se avete pazienza domani trovo l'articolo abbastanza facilmente ,poi lo mando a qualcuno del sito....sapeste quante volte ho avuto a che fare in 40 anni di passione con gente simile a quella descritta da Turchi, che so,nel 1984 come di recente(ed anche senza andar troppo lontano....) [fischse7.gif]

I modelli RR li trovavo sempre nel negozio, sia pure piccolo, che ho frequentato con mio fratello, a Cosenza, per un decennio,per non parlare dei ricambi,come la leva d'inversione di polarità del mio RT3 !non dimenticate che poi ogni zona aveva annche il suo grossista ed era abbastanza facile ordinare quel che serviva.
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