trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
Vi aspettiamo numerosi!!!
Lo staff di ferramatori.it e di rivarossi-memory.it"

Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 23 feb 2015, 13:34

Perfetto applause1 Anch'io chiudo i ribattini alla stessa maniera!
L'attrezzo RR più professionale e veloce, ma non siamo un'officina che ripara articoli regolarmente.
Lo stesso con il "bricolage" con casa ed auto dove si usano attrezzi generici!
Ovviamente RR lo promuoveva anche per incrementare fatturato.
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 25 feb 2015, 2:49

Ultima modifica di FNM600 il 25 feb 2015, 3:43, modificato 1 volta in totale.
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 25 feb 2015, 3:37

Nel caso del RT3 vi è un'avvolgimento terziario .
Il primario: alimentato dalla rete che ha molte spire che dipende dalla tensione di alimentazione 110V o 155V o 220V.
Il secondario: che fornisce la tensione ca per gli scambi, i segnali, ecc. oltre una tensione fissa cc per un motore di locomotiva.
Il terziario, quello esterno che è avvolto con un solo strato. Dove il cursore vi scorre sopra, lo smalto isolante è raschiato via così il cursore fà contatto elettrico. Muovendo il cursore si varia il numero di spire effettive dell'avvolgimento. A riposo O il cursore è sulla plastica e non c'è tensione applicata al binario.

Il RT2 ha non aveva il terziario. L'uscita in ca è derivata dall'intero avvolgimento secondario, tutte le spire.
E' per questo che RR avvertiva nei cataloghi che si doveva avere un'altro trasformatore typo TFA1 4101 per operare segnali, passaggi a livello, ecc. tramite rotaie di contatto dove un polo della ca era collegata a rotaia!

In tutti gli alimentatori dell'epoca quell'affare con 4 piastre quadrate verniciate serrate insieme con distanziatori ed avvitato attraverso un foro centrale è il raddrizzatore a ponte (4 diodi) a selenio. Il RT3 ne ha 2 mentre gli altri solo 1 !
Si può controllare anche con una pila, filo e lampadina per sospetto guasto. Difficile trovare ricambio, così si deve ricorrere ad equivalenti al silicio che sono più robusti, piccoli, economici e di più facile reperibilità anche se non è un restauro storico. Tipico diodo al Si è il solito 1N4001 per esempio oppure ci sono ponti completi in un solo blocco con 4 terminali. 1.5A 50V più che sufficente!

L'inversore RR era venduto per un numero di anni, di solito in catalogo con assortimento rr anni 60, come parte staccata per gestire alimentazione a binari con cappi di ritorno art. INV 4204.
Come nella foto di Karolus, la levetta è fragile e si rompeva. Io sarei tentato di trapanare delicatamente con una punta da 1 o 1.5mm un foro dove c'era la levetta e d'insesire un chiodino senza punta per poi aggiungere un pomello dopo avere montato il coperchio. Restauro no originale, ma RT3 funzionante.
Anche la leva del cursore fissata con una vite speciale era un po' delicata, una leva di sostituzione art. 101578 era una possibità se reperibile. Altrimenti riparazioni di fortuna. Solo lavoro di meccanica, non elettrico, ma attenzione ad isolare il cursore metallico (BT) dalla leva!
Ultima modifica di FNM600 il 25 feb 2015, 12:02, modificato 2 volte in totale.
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 25 feb 2015, 6:37

Vediamo come è l'interno di un RT2:
P1030999.JPG

A differenza del RT3 c'è un solo gruppo raddrizzatore (piastrine quadrate grige) per una sola uscita in cc per treni. Il nucleo del trasformatore meno potente del RT3 ha stessa lunghezza e larghezza non così spesso (meno lamine). Il cursore, manopola ed inversore di polarità e marcia sono gli stessi!
Questa è versione più recente con cordone d'alimentazione senza presa e spina. Economia? :?
Secondo cataloghi RR dopo 1962.

Ecco il foglietto d'istruzioni:
P1040002.JPG

Notare limitazione d'uso con rotaie di contatto e soprattutto riguardo cortocircuito sui binari (uscita in cc) dove si accende lampadina spia, poi AVVISO di rimuovere causa di corto circuito a scanso di dannenneggiarlo seriamente! ;-)
P1040001.JPG
RT2 con "lampadina" accesa durante corto circuito!

Ecco la spiegazione! Questa lampadina non è altro... che un filo a spirale ad alta resistività in serie che limitando la corrente di corto circuito sempre a vari Ampere si scaldava fino ad arroventarsi emettendo anche luce visibile allertando la presenza di sovracorrente! Insomma lampadina a bassa temperatura, inefficente senza ampolla di vetro!
Notare che essendo in serie con il cursore soltanto, un cortocircuito sull'uscita in ca (scambi) NON accendeva detta lampadina spia!

Se non si agiva tempestivamente ad interrompere il corto circuito si sovraccaricava il trasformatore con conseguente lento arrostimento degli avvolgimenti ed eventuale interruzione del filo sottile del primario! Cosa che successe ad un mio amico quando si assentò dal plastico! :cry: .

Interno di RT3 ( foto ripetuta di Karolus):
RT3retro.jpg
RT3retro.jpg (18.69 KiB) Osservato 19310 volte

Questa è una versione con cavetto separato prima del 1962 secondo cataloghi RR!
Nel RT3 il limitatore di corrente di cortocircuito era più sofisticato. Invece della resistenza, vi erano due disgiuntori termiciche sono i due affari lunghi rettangolari bianchi con portalampada fissati alla piastra del cursore. Una sovracorrente scaldava un filamento dentro la scatoletta bianca che scalda un contatto bimetallico che deformandosi apriva un interruttore così la corrente passa per una lampadina tipo quelle illuminazione fari di locomotive in parallelo al contatto aperto accendendola! Questa lampadina limitava la corrente di corto circuito alla bassa corrente della lampadina. Eventualmente il bimetallo si raffreddava richiudendo l'interruttore. Si sperava che la causa di corto circuito fosse rimossa o il ciclo ricominciava! :smile:
Dalla foto pare che tutte le uscite siano protette.
Grazie Karolus per la foto! :smile:

Sia la resistenza del RT2 che i 2 disgiuntori del RT3 sono a monte dei raddrizzatori a ponte.

Per dare un livello di protezione all'uscita cc (treno) del RT2 simile al RT3 :smile: la RR non vendeva per alcuni anni (intorno al 1960) detto disgiuntore termico in una scatoletta come art. DRT 4205 da inserire tra il TR2 ed il binario? :oops:

Ecco link a http://www.rivarossi-memory.it/Catalogh ... o_1960.htm a pagine 36/37che mostra i diversi accessori dell'epoca.
Non sò quanti ne venivano effetivamente venduti oltre ai RT2 stessi?
-4-
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda Max 851 » 25 feb 2015, 17:15

Dopo un doveroso ringraziamento a FNM600 per la lezione di elettrotecnica, vorrei tornare per un attimo al trasformatore 4011 e al modo di aprirlo. Infatti a differenza dei vecchi RT2 e RT3, dove l'unico modo di aprirli era evidentemente quello di rimuovere i rivetti, questi trasformatori "moderni" non si riesce a capire come sono chiusi: l'unica cosa che si vede sono quelli che sembrano dei "tappi" di plastica, che non c'è modo di togliere e che probabilmente andrebbero trapanati, ma prima di fare danni vorrei essere sicuro.
Massimiliano
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda Tricx » 25 feb 2015, 19:50

Sulle note di Venditti:

"Grazie omaR,

che c'hai spiegato il Trasformatore,
che c'hai chiarito come lui funzionaaa..." [nopity.gif] :lol: applause1

-4-
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda Karolus » 25 feb 2015, 20:06

Ringrazio anch'io FNM600 per l'approfondito ripasso di elettrotecnica; ricordo di aver sudato abbastanza per digerire le equazioni che descrivono il funzionamento di un trasformatore ...
Per approfondire ancora un po' l'argomento, riporto di seguito il foglio d'istruzione dell'RT3:
img001.jpg

img002.jpg

e lo schema elettrico, come pubblicato sul Manuale dei tracciati 1966:
pag_034a.jpg

E infine, già che siamo in argomento, alcune immagini del mio intervento di riparazione.
Il vecchio invertitore con la levetta mancante:
IMGP0082.jpg

e il nuovo. Notare la differenza costruttiva nei punti di presa di corrente in uscita: il vecchio dimostra qualche similitudine con l'invertitore di polarità INV, venduto separatamente e visibile nella stessa pagina 36 del catalogo citato da FNM600;
_IGP2681.jpg

Il collare che tiene in sede la manetta (l'incollaggio del pezzo distaccato non ha dato problemi); ai lati i due disgiuntori, di cui si vedono chiaramente le viti di regolazione - quelle semiincassate - che ho usato per ripristinare un efficace funzionamento;
IMGP0080.jpg

Le lampadine di segnalazione hanno, per fortuna, uno zoccolo abbastanza comune; dovevo sostituirne una e, prevedendo eccessive difficoltà nel reperirne una originale, l'ho sostituita con una da 24 V. La cosa più difficile è stata svitare la vecchia ed avvitare la nuova, per la ingombrante presenza di quel filo giallo a tergo ... viene da pensare che sia stato messo in quella maniera proprio per bloccare la lampadina, evitandone svitamenti magari favoriti dalla leggera, continua vibrazione del trasformatore!
_IGP2688.jpg

_IGP2689.jpg


Spero di non avervi annoiato e cedo nuovamente la "linea" a favore dei trasformatori più recenti.
Karolus

 
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 26 feb 2015, 0:21

Grazie anche a tè Karolus con ulteriori foto ed info sul RT3 l'ammiraglia degli alimentatori RR dal 57 fino a fine anni 70 !

Così sappiamo come funziona e come ripararlo! Grazie per chiarimenti come anche calibrare i disgiuntori alla corrente giusta. Le lampadine usano un comune portalampada http://it.wikipedia.org/wiki/Standard_Edison misura Liliput 5mm. Un'altra ragione perché forse la lampadina dura da rimuovere è dovuto ad un punto di vernice per bloccarla.
Interessante sulle istruzioni RT3 le differenze con il fratello minore RT2.

A proposito il RT1 coevo non era il fratellino minore del RT2 ma solo una scatola parallepipeda ad angoli smussati contenente solo un trasformatore a raporto fisso e raddrizzatore che erogava tensione fissa continua. Da accoppiare al portapile (senza pile) con inversore, ma aveva reostato?

Simile scatola senza raddrizzatore che erogava c.a. e dipinta nei cataloghi in rosso (era così in realtà?) era il TF A1

In pratica il fratellino minore del RT2 apparve solo nel catalogo novità 1961 nella serie rr come art.44000 (se a 220V) o RT0 ;-) :smile: come lo chiamo io e fù il primo alimentatore serie RTx o art.400x senza il cordone staccabile. :-( copiato in seguito per gli altri modelli. Aveva solo l'uscita in cc regolabile per una piccola locomotiva rr. I comandi simili a RT2/3 ma in custodia di plastica più bassa.

Nel catalogo 1965 detto RT0 ;-) fù sostituito da un art.4005 (RT5 :lol: )che aveva anche l'aggiunta dell'uscita in ca per accessori. Non sò se c'era sufficente corrente disponibile in pratica?!

Infine qualcuno ha avuto o visto il portapile serie rr PRI art.44004 che aveva l'aspetto di un RT0 con tanto di regolazione. Reostato?
Ultima modifica di FNM600 il 27 feb 2015, 23:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 26 feb 2015, 2:10

Prima di passare agli alimentatori più moderni post RT2/3 vorrei riprendere il messaggio di nino44 » 15 feb 2015, 20:47 su una generazione precedente di alimentatori RR.
Ecco la foto del mio
RT/V
P1040004.JPG

accanto ad un RT2 per confronto.
Veramente il RT/V sarebbe stato l'equivalente del RT0 :smile: art.44000 con solo uscita in cc per un treno.
Il numero di articolo l'ho desunto da cataloghi su Rivarossi-Memory. Grazie!!
P1040007.JPG
RT/V aperto

Come principio di funzionamento è il consueto con cursore che capta la bassa tensione dal secondario del trasformatore con striscia di smalto isolante raschiata per contatto.
Poi il raddrizzatore a ponte a selenio (8 piastre e più ingombrante che nel RT2 a parità di corrente che mostra progressi con raddrizzatori) e l'inversore di polarità / marcia.
Non vi è nessuna protezione per corto circuiti. Ma sovradimensionato!?
Chiusura con bulloni passanti lunghi molto RR di aluminio(!)

Devo ammettere che le norme d'epoca in fatto di sicurezza assai scarse per economia come il cordone d'alimentazione e spina! Dubito che sarebbe stato vendibile all'estero come D e GB!

- Purtroppo pezzi dell'involucro di bakelite nera irridiabilmente mancanti dato l'ho avuto quando ragazzo dato da un compagno di scuola che aveva fratello maggiore.
- Ebbe lungo intenso servizio per plastico ed anche cadute che la bakelite non gradiva ma funziona.
- Tensione d'uscita anche sotto carico più alta del mio Lima art. 2053 con solo 4 scatti di velocità con secondario con solo 3 prese intermedie e non continuo.
- Il Lima con custodia in Moplen più resiliente a cadute.
- Però il Lima più moderno perì quando lasciato l'inverno in solaio e condensa poi causò scariche e fumo acre nel primario ad alta tensione appena acceso! Anche diodi al selenio non verniciati guasti. Stessa sorte per un'altro moderno alimentatore Policar a 5 velocità/tensioni. Mistero poi risolto dopo anni a scuola!
- Ma questo RR non si guastò mai!
applause1
Materiali isolanti migliori e più repellenti di condensa per i RR? Gli avvolgimenti Lima mancanti d'isolamento tra strati per economia causando scariche tra spire soprattutto se umide come studiai in seguito!


.
Ultima modifica di FNM600 il 2 giu 2015, 22:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: trasformatori-raddrizzatori-alimentatori-portapila

Messaggioda FNM600 » 26 feb 2015, 3:17

Riprendendo dal messaggio di nino44 » 15 feb 2015, 20:47 con foto di alimentatore RR con custodia di bakelite:
Rivarossi RT-G.JPG
Rivarossi RT-G.JPG (16.17 KiB) Osservato 19251 volte


Guardando ai cataloghi RR da Rivarossi-Memory dei primi anni 50, la RR aveva serie colorate di modelli estese alle pagine del catalogo ed imballi:

La Blu per assortimento modelli per funzionamento a 3 rotaie e ca. Insomma compatibile con la famosa Teutonica Ma"rklin ma anche Trix Express?
La Rossa per assortimento modelli per funzionamento a 2 rotaie e cc insomma la futura serie Modello!
La Verde per assortimento modelli economici ma compatibile con la serie Rossa per modellisti in anni verdi!
La Gialla per accessori come il Filobus, Tram, casette, auto, ecc.

Così sfogliando i cataloghi ci sono alimentatori naturalmente per tutte le serie!
Il codice RT magari per Regolatore Trasformatore / eppoi il colore come suffisso.

Quindi il RT100 con uscite tutte in ca e pulsante per tipica sovratensione d'inversione Ma"rkliniana. Sembrava il modello più caro penso. Inoltre presente anche nel catalogo 1948.
Il RT/R con uscita in cc con inversore di polarità / marcia con altra uscita in ca per accessori (scambi) progenitore del RT2?!
Il piccolo RT/V con una uscita in cc per un treno dei giovani. Vi era anche un portapile coevo R/V
La RT/G per accessori come il Filobus che aveva il motore a ca. Insomma il RT/V senza inversore e raddrizzatore!

Naturalmente tutti questi alimentatori forniti in versioni per diverse tensioni di rete d'epoca! Cambiava solo il primario dei trasformatori!

Invece vedo che in cataloghi precedenti c'erano alimentatori con incorporato commutatore di tensioni d'ingresso. Trasformatore più complesso ma versione unica da produrre!
Quanti furono prodotti e sopravvivono?
Dalla mia esperienza del mio RT/V non erano male come qualità, tranne cordoni e spine, tipici dell'epoca :oops: in Italia e altri paesi allora poveri! Viste le condizioni attuali non da collezionista, magari, metterlo a norma con cordone e spina decente!
Magari le versioni a 220V le più utili oggi per uso e quindi ricercate?

Essendo nato nel 1953, si parla di cose prima dei miei tempi che ricordo, ma ci sono documenti.
Mi domando se molti componenti erano simili ? Magari 2 dimensioni di custodie.
Grazie ad essi riconosco certi articoli su e-Bay!
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