da fafla » 31 dic 2015, 21:55
Salve,
nel ringraziare chi mi ha confortato sul progetto "trenodromo", purtroppo assai lontano nel tempo soprattutto per questione di spazio ed, in parte, di tempo, e nell'augurare a tutti buon anno, osservo quanto segue.
L'idea "benevola" di non avere mai prodotto, come Rivarossi, un vero scambio inglese per "aiutare" chi voleva fare un impianto complesso mi sembra poco condivisibile e, tra l'altro, in teoria, si potevano fare sempre "manovre" complesse con possibili problemi di circolazione. Mi sembra, invece, proprio una lacuna progettuale od esecutiva.
Evito di dissertare sull'uso dei termini svio e deragliamento, binari e rotaie od, esempio, sull'uso dei termini, a me cari, locomotore o locomotiva, notando che vi è un notevole ostracismo sul termine locomotore che, invece, prima veniva abbondantemente usato dai ferrovieri ed anche in campo universitario. Dico solo che, a prescindere da questioni "tecniche", il far circolare modelli ferroviari è e deve essere un "gioco" e, pertanto, ognuno è libero di utilizzare la terminologia che preferisce, basta capirsi, evidenziando che saper giocare, a tutte le età, è una cosa "serissima".
Tornando a questioni pratiche, non ricordo il sistema Rivarossi a tre rotaie, pur avendo addirittura dei vecchissimi binari Rivarossi con innesto a baionetta. Se l'intento è quello di far circolare sul mio "trenodromo" anche treni in C.A. vorrei evitarlo.
Penso che le questioni più delicate per me da affrontare siano i raggi di curvatura minimi utilizzabili e, soprattutto, lavorando in analogico, l'impianto elettrico. Ricordo, ancora, il complesso sistema di fili e di comandi del vecchio plastico di famiglia (anni 60 e 70) per far funzionare "in sicurezza" una dozzina di convogli in contemporanea con un tratto addirittura ad unico binario che poteva, però, essere impegnato da treni nelle due direzioni (erano stati "violentati" i locomotori, scusate alcuni per il termine usato, con interruttori posto sulle carrozzerie degli stessi in maniera più o meno visibile; se avrò il tempo posterò alcune foto. In una di esse si vede, ad esempio un baffo, uno spaghetto, che esce dai due lati della carrozzeria e che, tirandolo, agiva su un interruttore interno che invertiva la polarità, altri sono stati, ahimé, rubati).
A tal proposito, se qualcuno ha schemi elettrici da consigliare per "governare" stazioni complesse fino a 15 od oltre binari è ben gradito. Per la stazione del vecchio plastico di 4 binari era stato utilizzato, ad esempio, un comando di lavatrice...
Altro questione rilevante è l'uso dei "sensori": contatti reed, cellule ottiche, sistemi tradizionali. poi c'è la questione relè (anche qui i fleischmann erano decisamente superiori ai Rivarossi), quali utilizzare e se farseli in casa...
Mi sono dilungato troppo ma il "trenodromo" è un sogno...
Auguri.
Paolo