Scusa, Oliviero, se un pò superficialmente, avevo per un attimo messo in forse la tua memoria...
.... in riferimento alle varie discussioni in argomento sul Forum.....e in effetti, mi pareva un pò strana la cosa.
Comunque non avevo ancora controllato il Sito .....e neppure ingrandito l'immagine che Tu avevi riportato !...
... sicchè avevo pensato che non fosse stato aggiornato e che quindi la questione fosse sorta da lì ...
Chiarito l'equivoco
....lasciando per il momento da parte il discorso sulle rettifiche al Sito o sulle precisazioni e integrazioni ritenute più opportune, sui punti da Te citati, e restando al discorso sul carro
"Hopper", .... continua a stupirmi
il Tuo stupore !...
Preciso meglio: il mio equivoco è nato anche dal fatto che Tu, nei tuoi precedenti messaggi, avevi elencato ed indicato visivamente tutta una serie di "differenze" ( nello stile "La settimana enigmistica"....
) tra i due Hopper delle due diverse epoche, senza nai minimamente citare Athearn, quando viceversa avresti potuto dire: "Guardate questi carri che, pur concettualmente diversi e di diversa paternità e realizzazione, nel riprodurre lo stesso prototipo, hanno differenze davvero minime e sembrano
quasi due gocce d'acqua...."
Più che di "evoluzione" del carro Hopper qui si tratta di due tipologie dello stesso carro, dovute al fatto che la prima di esse era di realizzazione di un'altra Casa modellistica....
Poi, per quanto riguarda la tua'analisi dei due carri e la loro comparazione, anche per quanto concerne ganci, carrelli e quant'altro, certamente è tutto corretto e condivisibile.... non discuto.
Ma il fatto è che sono due carri ontologicamente diversi, proprio perchè di due Case diverse... e nel caso di Rivarossi più che di
rifatto si può dire
"realizzato autonomamente".
Quanto alle indicazioni riportate nell'articolo sul Sito, o più correttamente, mi pare, nelle didascalie delle foto, (del "Minneapolis & St.Louis") si potrebbe ipotizzare facciano riferimento al carro Athearn, che non sarebbe più comparso in catalogo dopo il 1965, anche se posso convenire che effettivamente le frasi, così come scritte, si prestano a qualche equivoco e magari potrebbero essere meglio precisate.
Spero con questa asserzione di non passare per il solito "marcafalle" criticone, giacchè il lavoro sui carri americani è molto ben fatto, oltre che gradevole ed interessantissimo e so che è sicuramente costato tempo e fatica, mentre si fa presto a "fare le pulci" alla fine, dopo che l'opera è compiuta.....
E' chiaro che è solo un consiglio, animato dalle migliori intenzioni e dalla più assoluta buona fede, per una più chiara comprensione ed un miglioramento - se possibile- del già brillante lavoro svolto.
Un saluto a tutti.
Riccardo.