ciao a tutti,
l'idea del trenodromo non è poi così malaccia, purchè venga portata avanti nel modo adeguato. Cosa intendo dire? Credo che non sia ne utile ne pratico mischiare armamenti vintage di varie marche, proprio per l'assenza in tempi passati di un fattore di unificazione europeo che permettesse ai fabbricanti dell'epoca di poter interscambiare i vari modelli senza grandi problemi di interferenza. Il sistema 'Fleischmann Modellgleis' (ovvero il binario modello secondo Fleischmann) aveva la peculiarità di condividere con la nostra Rivarossi il medesimo valore nominale di altezza del fungo delle rotaie, pari a 2,7 mm. Indi per cui non dovrebbero sorgere problemi di interferenza geometrica fra i profilati delle rotaie che differiscono in altezza. Però...c'è un però! Il sistema di binari 'Fleischmann Modellgleis' era caratteristico di avere gli elementi di intersezione (deviatoi semplici, incroci, deviatoi inglesi) con un grado di "finezza" estetica molto al di sotto rispetto agli standard del sistema Rivarossi. Ragion per cui, se sono ancora in tempo per esporre il mio punto di vista, in un trenodromo in cui spiccherebbero le caratteristiche estetiche del singolo binario rispetto alla scenografia del tipico plastico, sarebbe preferibile usare esclusivamente materiale Rivarossi. Il sistema di armamento Lima-Jouef fu niente poco di meno che una immissione sul mercato con marchio Lima del sistema di binari Jouef prima che quest'ultima venisse comprata nel 1998 dal gruppo Rivarossi (..che nel 1992 comprò la Lima di Vicenza in piena crisi e che nel 1996 comprò la tedesca Arnold). Insomma, il sistema Lima-Jouef è un sistema molto recente se paragonato con il 'Fleischmann Modellgleis' oppure con il 'binario modello' della Rivarossi (risalenti entrambi agli anni '50 del secolo scorso), indi per cui differirebbero per valori di tolleranze dimensionali (il sistema Lima-Jouef è in "puro" codice 100, per cui l'altezza dei funghi delle rotaie è di 2,5 mm contro i 2,7 dulle due realtà modellistiche prima citate).
Ovviamente è una mia considerazione personale ma nel redigere un circuito, che sia semplice oppure evoluto, la bellezza estetica delle sue componenti dovrebbe svolgere un ruolo chiave, di appagamento dello sguardo...
Per quanto concerne le motivazioni che portarono alla produzione di un deviatoio inglese semplice, credo non sia stato un problema di tolleranze dimensionali che avrebbero creato svii ai prodotti, ma bensì di una marcata quanto ferrea volontà da parte della casa di Como di voler disporre di un prodotto unico nel suo genere, per lo meno per le condizioni al contorno dell'epoca in cui non si disponeva del web che permette, alla portata di un click, di poter visionare in tempo reale vita, morte e miracoli di ogni prodotto. Per cui sono convinto che fu una scelta di marketing, più che di convenienza tecnica.
Per quanto concerne i cablaggi elettrici, visto che sei un ingegnere, vorrei proporti un approccio alternativo: usa l'algebra di Boole! Come variabili per risolvere le equazioni booleane mettici i deviatoi (0 = corretto tracciato, 1 = ramo deviato) e redigiti un sistema booleano. Dovessi avere problemi, scrivimi in privato che queste cose te le canto a mena dito!
(p.s.: io sono uno studente di ingegneria civile al politecnico di torino...queste cose sono il mio pane quotidiano!)