Il primo amore...



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"E' il link del bellissimo sito dedicato alla storia della vecchia Rivarossi.
Già da tempo in contatto con loro, abbiamo insieme deciso di creare una sezione del forum dedicata al loro sito.
Naturalmente per prima cosa, per chi non l'avesse ancora fatto, vi consiglio di andare a visitare il sito http://www.rivarossi-memory.it e di studiarlo per bene visto che contiene buona parte della storia del fermodellismo Italiano per poi venire qui e parlarne con noi e con loro!
Vi aspettiamo numerosi!!!
Lo staff di ferramatori.it e di rivarossi-memory.it"

Il primo amore...

Messaggioda Gabriele » 30 set 2010, 17:30

...si dice che non si scorda mai.
Per me almeno è così: una compagna di classe al liceo cui rivolsi la parola una decina di volte in tre anni, per paura di una emiparesi facciale (22) (9)
Non meno vivo è il ricordo della mia prima Rivarossi.
Mio nonno gestiva in una cittadina del novarese un negozio di cartoleria.
Nel periodo natalizio "sconfinava" nel giocattolo e da buon piemontese attento ai "sòld" si rendeva perfettamente conto di rivolgersi ad una clientela non abbiente e poco incline alle novità.
Quel Natale del 1960 (o 1959, non ricordo di preciso) tentò la via del trenino elettrico ma ben sapendo di non poter competere con i commercianti "di città" (che poi seppi essere "Bonzanini" di Novara e "Onorato Isacco" di Torino) per limitare gli eventuali danni da invenduto acquistò da RR soltanto due "Calimero", quattro carri a sponde basse, due trasformatori e un centinaio di rotaie assortite (niente scambi, per carità...).
Ben conscio di essere un incompetente si fece aiutare da un amico elettricista per montare un microcircuito da esporre in vetrina insieme alle bambole e ai soldatini.
Bambole e soldatini vennero tutti venduti insieme ad una sola locomotiva, un paio di vagoni, una ventina di binari e un trasformatore, ovviamente.
Gli rimase sul gobbo (tra laltro l'aveva veramente, anche se poco pronunciata) tutto il resto.
Fedele ad uno dei tanti suoi detti ("Buta d'la roba ant in cantun cà rivrà la so stagiùn") riciclò l'invenduto come regalo del mio compleanno.
Questa la storia della mia prima Rivarossi.
E la vostra?
Gabriele

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Re: Il primo amore...

Messaggioda fafla » 30 set 2010, 21:46

I miei primi contatti con i "trenini" rivarossi mi permettono di ricordare due persone a me molto care: mio padre, ingegnere industriale, che ha trascorso la sua intera vita lavorativa nell'Ufficio Approvvigionamnti delle F.S. (con un'onestà, allora diffusa, che non ritrovo più) e mio zio, poi ingegnere elettrotecnico, molto più giovane di mio padre e purtroppo morto prima. I due si ritrovavano in cantina,nei sabati invernali, e spesso discutevano su come risolvere i problemi per la costruzione dei tracciati e la movimentazione dei treni mostrando, incredibile ma vero, una diversa sensibilità ingegneristica. Il plastico era in realtà un insieme di binari con un pauroso groviglio di fili sotto un grande tavolato. Il tutto era comandato da una scatola di legno (ex contenitore di vini) dalla quale si potevano comandare i binari delle due stazioni, le linee di corsa ed il parco materiale. Vi era anche un schema che ripeteva il tracciato con luci che si accendevano dove erano presenti locomotori. Per la fine degli anni sessanta, essendo tutto automatico e controllabile, era abbastanza complesso (4 binari di stazione principale, 2 di quella secondaria, 8 quelli del parco materiale e 5 linee indipendenti di cui una sopraelevata con piloni tutti autocostruiti) e, siccome, la passione era far muovere i treni (non come ora con un collezionismo sfrenato e spesso maniacale), alcuni locomotori erano stati "violentati" con l'inserimento di interruttori, a vista o sotto l'imperiale, per consentire su tratti ad unico binario il passaggio di treni in direzioni opposte e per consentire manovre più semplicemente. Se per caso qualcuno abbia avuto modo di averli, (essendo stati i locomotori, circa 8, rubati all'inizio degli anni settanta) li tratti con cura anche se esteticamente non perfetti. Io stesso, responsabile dello smantellamento del plastico, riabitato a fatica di nuovi treni nel tempo, ho quasi paura a toccare la scatola di comando, ancora piena di fili, che giace in un angolo della cantina. Spero un giorno di potermi trovare con qualcuno a discutere per poter ricostruire il plastico limitandomi, per ora, a conservare quei treni accompagnati da nuovi arrivi nel giorno del mio compleanno.
fafla

 
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Re: Il primo amore...

Messaggioda Giorgio » 1 ott 2010, 23:32

Il mio è stato per tanto tempo un amore platonico.
RR costava troppo per le tasche della mia famiglia e dopo molte richieste mi arrivò una confezione Lima, che per me allora andava superbene. Ma ricordo che avevo anche un catalogo Rivarossi, probabilmente l'unico articolo RR che potevo permettermi, che ho consumato a forza di sfogliare.
Mio padre mi aveva fornito anche di un ampio piano in faesite rinforzata che utilizzavo come base per i binari Lima che nel tempo erano aumentati di numero e complessità. Ma il tutto non divenne mai un plastico ... nonostante ne avessi intrapreso la costriuzione. Probabilmente l'interesse per la passera che stava impetuosamente nascendo in me mi fece mettere da parte i trenini. Ah, anche in questo campo per molto tempo le cose furono purtroppo platoniche.
Poi a quarant'anni suonati mi riprese la fregola per i trenini e finalmente riuscii a toccare un modello RR. Poi senza accorgermene sono diventato RR dipendente, "posso smettere quando voglio" ripetevo ... ma non è così facile uscirne (24) .
Giorgio

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Re: Il primo amore...

Messaggioda Massimo » 7 ott 2010, 8:03

un regalo per il superamento degli esami di 5 elementare (1959) con il conseguente passaggio alla prima media.
Ma era già dall'anno prima che io arrivavo col batticuore davanti alla vetrina del negozio veneziano di Sabbadin (lo si ritrova reclamizzato sulle pagine di HOrr) per poter vedere una coppia di littorine (AN1/R), non il "bombolone", che faceva il girotondo tra bambole e automobiline.
Papà mi regalò uno start-set I RR/M (3900 lire) con il suo bel giro di binari...ho perso il materiale originario ma sono riuscito almeno a ricostruirmelo.
Oltre a Rivarossi...uno dei ricordi più teneri di mio Padre...
Massimo

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Re: Il primo amore...

Messaggioda Dario 1957 » 7 ott 2010, 10:33

Premesso che il primo treno RR entrò in casa per mio fratello proprio per la mia nascita(1957)e che nel 1960 c'era il plastico(foto nel filetto ricordi)la mia confezione d'avvio era una serie rr con la due assi,un carro pianale,una carro a sponde alte(l'unico sopravvissuto di quello scatolo)ed un carro F con il cerchio di binari della serie rr...ho comunque ancora una vettura FNM e poche altre cose di quel periodo apertosi a Natale 1963 e chiuso nell'estate del 1974...poi il vuoto fino al riaccendersi del sacro fuoco fra il 2001 ed il 2002...
ah,nei cataloghi pubblicati sul sito ho trovato l'articolo era il n.40108,3900 lirette!C'è un film 8mm che documenta la scena dell'apertura dei doni e mi si vede letterlamente invasato ad aprire la confesione RR!! (5)
Dario 1957

 

Re: Il primo amore...

Messaggioda bisoglio » 7 ott 2010, 14:40

Lo scalo merci di Alessandria - Quartiere Cristo.

In questo grigio, nebbioso quanto mitico luogo ho passato giorni e giorni, anni ed anni della mia infanzia accompagnato in bici da mio zio e da mio padre a vedere lanciare giù i carri dalla parigina... Un'emozione unica per un bambino follemente appassionato, come me, di treni...

A quei tempi potevo esplicitare la mia passione ferroviaria solo tramite un "banale" ovale della Lima con alcune loco e vagoni che non ricordo neppure ... MA ... un caro amico di famiglia aveva alcune splendide locomotive Rivarossi, tenute maniacalmente, che mi ricordo destavano in me uno stupore indicibile per la loro obiettiva bellezza ed inarrivabilità.... Erano una Tartaruga, una 424 ed alcune a vapore.. Vi parlo dei primissimi anni '80.

Poi con l'adolescenza, come per quasi tutti noi, sono subentrati altri interessi ed impegni e per molti anni ho lasciato la mia passione in secondo, anzi terzo piano.....

Solo 2 anni fa, dopo aver visto del materiale rotabile da un amico, mi è scattata una scintilla fulminante e mi ha preso un "bisogno" fisico e mentale di ricominciare con quell'amore perduto ..... con una piccola differenza rispetto ad allora... la disponibilità finanziaria di un adulto!! (15)
Sono un modestissimo funzionario pubblico ma, rispetto a quando ero bambino, ho finalmente potuto decidere di fare l'agognato salto di qualità accedendo ai trenini "per eccellenza" che naturalmente solo oggi riesco ad apprezzare in maniera adeguata anche per quell'irresistibile fascino vintage che solo a una certa età si è in grado di cogliere.. A volte rimango delle mezzore a veder girare una 636 con dietro una decina di carri bisarca rigorosamente vuoti e mi sembra di rituffarmi in quella splendida nebbiolina delle mattine alessandrine trascorse in mezzo ai binari!! (7)

Paolo
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Re: Il primo amore...

Messaggioda fabrizio » 13 ott 2010, 13:14

Molti anni sono passati, era il 1959, ma il ricordo è ancora vivo. Come quello dei miei 13 anni.
In casa di soldi non ne passavano molti e quindi i trenini visti al negozio di modellismo, unico in Pisa che si chiamava “La Politecnica”, erano un sogno. I Rivarossi.
Fino a quando decisi che qualcosa dovevo fare ed allora mi misi a risparmiare sulle misere settimane (così si chiamavano le attuali paghette) e riuscii a comperare uno di quegli impianti completi (oggi start set perché è più fico).
Era “I RR/C” da 5.900 lire. Quanto tempo mi occorse per raggiungere la cifra!
Quanto tempo passato in ginocchio sul pavimento a vedere passare il treno con improbabili manovre!
Poi arrivò il momento in cui la mia attenzione venne distolta da un fenomeno di cui non ero a conoscenza.
Il fenomeno è quello per cui alzandosi l’attrezzo si abbassa il cervello e viene stimolato dalla presenza della donna, anche allora portavano i calzini corti.
Tanto bastò per farmi dimenticare i treni. Perlomeno pensavo di averli dimenticati.
Poi passano gli anni ed arriva il tempo della chimica che è quello durante il quale si cominciano a vedere le donne come supporto per gli abiti che indossano e così sono tornati “loro”.
I trenini. Perché esiste ancora I RR/C con i suoi carri e la loco abbastanza malmessa anche se funzionante.
Oggi sono su di una mensola sopra il piano del computer (evoluzione della specie)a ricordo di tempi bellissimi e monito per chi pensa che per avere una qualunque cosa basti pagarla.
Tutto deve essere sudato perché così non si perde nel tempo.
Oggi le cose sono cambiate e, anche se devo fare attenzione alle spese,posso permettermi qualcosa in più rispetto ad allora e, quando riuscirò a realizzare un piccolo plastico per il nipotino, anche se saranno fuori età, li farò girare ugualmente.
Un tuffo nei mie13 anni.
fabrizio romoli detto "faber"
senior citizen who plays with the true model train, constantly looking for new horizons
fabrizio

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Re: Il primo amore...

Messaggioda quirinomarignetti » 24 ott 2010, 16:33

Nel 1960, all'età di sei anni, feci il mio primo viaggio in treno che ebbe per me un effetto indescrivibile. Ricordo benissimo quando salii sulla "littorina" di un treno accelerato da Rieti a Terni (proveniente da Sulmona-L'Aquila), era una Aln 556 castano-isabella con sedili vilpelle verde scuro con poggiatesta marrone e pareti interne verde chiaro, credo in formica. Il viaggio fu lungo con vari cambi fino a Roma e oltre e lasciò in me una traccia profonda, indelebile e ancora incredibilmente attuale. Tornato a casa sognavo i treni il loro rumore e il loro odore e dopo poco tempo capitai a casa di un mio cugino che giocava (per terra) con un treno RIVAROSSI. Questa fu la vera folgorazione, quel Rivarossi era proprio come quelli veri...benchè bambino rimasi colpito dai piccoli particolari che mi sembravano vivi ma soprattutto dal calore e dalla bellezza dei colori che percepii subito che non erano come quelli degli altri "giocattoli". Da quel giorno non c'erano giocattoli che desideravo, pensavo solo a Rivarossi e lo desiderai tanto e per tanto tempo perchè le finanze familiari non erano così floride, ma il mio stupore dev'essere stato davvero grande anche agli occhi dei miei che con sacrificio, senza ripiegare su Lima, alla befana dell'anno dopo mi fecero arrivare IL TRENO! (in casa non fu mai chiamato trenino).
Lo scelse mia madre con l'aiuto di uno zio e la selezione riguardò più che altro i colori: Locomotiva Gr 835, carro a sponde alte Ltm F.S., carro pianale con garritta MPz con serbatoio benzina Petrol-Caltex e carro americano tipo Box con gli sgargianti colori "State of Maine" che io pronunciavo rigorosamente come scritto. Il tutto su un ovale di RC80 con due elementi dritti RD20, senza scambi e con un potente RT2 che funzionava a 140 Volts.
Il TRENO mi ha sempre accompagnato, non era una gran collezione (i regali erano rari) ma lo custodivo religiosamente tanto che quei pezzi del 1961 sono ancora con me perfettamente funzionanti.
La storia continua ancora oggi, ininterrotta da 50 anni anche se con differenti intensità e finalmente soddisfatta nel plastico tanto sognato prima.
Quirino
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