il quegli anni, e specie in casa Rivarossi, il fotoritocco era micidiale; si lavorava su ingrandimenti fotografici in carta BN opaca e con maschere, aerografo, pennellini e tiralinee si ritoccava, spesso ad oltranza, ma sempre su precise indicazioni del commitente. Si faceva, al tempo, quello che si fa oggi con photoshop e che le riprese fotografiche di allora non riuscivano a rendere. Guardate un qualsiasi storico catalogo generale RR con quest'ottica e ne scoprirete delle belle!
Devo dire che i ritoccatori (visiera, camicione grigio o mezzemaniche nere, mozzicone in bocca e dita ingiallite dagli sviluppi, ambienti di lavoro grandi come una cabina telefonica...) erano però grandi artisti, erano bravissimi sia nel non eccedere che nel non ritoccare troppo poco. Oggi, a ripensarci, mi tornano in mente Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia che stampano soldi di notte in tipografia!
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