Da tempo avevo in mente di tentare, per quanto possibile, un restauro della stazione di Bellaria, acquistata da mio padre verso la fine degli anni 50 per il nostro primo plastico (rigorosamente Maerklin, con treni e segnali tedeschi!). Da tempo sostituita sull'attuale, modestissimo plastichetto, da una più coerente stazioncina "crucca", l'ho sempre conservata, oltre che per ovvi motivi affettivi, anche perché mi piace veramente e rappresenta la testimonianza di una lavorazione di tipo artigianale oggi assolutamente impensabile. Così, acquistata all'ultimo Happymodel la replica della fontanella e munito di colla, cartoncino, pennelli e colori, ho ricostruito la copertura del comignolo, montato la fontana opportunamente riverniciata, ripulito il marciapiede da tracce di stucco, recuperato faticosamente e rimesso in opera alcune lastrine trasparenti staccatesi da porte e finestre; qualche pennellata di tempera "terra di Siena bruciata" è servita poi a mascherare alcune piccole fratture su una falda del tetto.
In tutto questo, mi sono accorto che, contrariamente a quanto riportato nell'articolo pubblicato sul sito, le pareti del fabbricato non sono in cartoncino ma in legno, rivestito dalla carta imitante i mattoni. Correttissimo, invece, il disegno assonometrico che illustra "in trasparenza" i rinforzi interni. Chiedo quindi a Oliviero, autore dell'articolo, e a chiunque fosse in possesso di un modello analogo: esistevano due versioni o si tratta di un errore? Preciso che la mia Bellaria è la versione 1957-59, munita di pluviali.
Buona settimana a tutti.
Massimiliano