da 3-nino » 11 lug 2020, 15:48
Sono contento che le vostre 625 funzionino bene. Ma non avevo dubbi che così fosse. RR faceva belle cose che non mi stanco di collezionare, ma peraltro bisognosi di cure e attenzioni maggiori (anche riparazioni) che per modelli di altre case a lei comparabili. Poi invito sempre a considerare la bontà progettuale di un modello osservandone l'evoluzione dalla sua nascita fino a quando è stato prodotto. Chi sfortunatamente non ha fisicamente gli oggetti, ha la fortuna di avere il Forum. Un' occhiata ai cataloghi dei pezzi di ricambio descrivono bene l'evoluzione di un modello con modifiche elettromeccanica, estetiche, semplificazioni , che sicuramente ci dicono della riduzione dei costi, ma anche dei difetti d'origine del modello. Vedete , Marklin ha prodotto per più di trent'anni gli stessi oggetti senza modificare niente di significativo della loro elettromeccanica. Sostituire un relais complicato con uno più semplice non altera lo schema progettuale d'origine. Questo significa che la progettazione è buona alla prima e che i costi di produzione sono ammortizzatissimi. 625 : nasce nel 59! ne ho decantato pregi indubbi, a partire dalla stampo in un' unica fusione della carrozzeria completa di tutto, uniche parti staccate : cabina e pompa dell'aria. Non voglio qui ridire cose già dette in particolare sul fatto che il motore è vincolato in modo sportivo alla pedana in plastica della cabina e non ai fianchi metallici del telaio dove asse motore e ingranggio di rinvio alloggiano. La pedana quando il motore va sottosforzo flette e la VSF perde il giusto angolo di lavoro. RR è ricorsa ad una piastrina ( la 103602) per" fermare il motore" ma più realisticamente per ridurre il momento flettente, recuperare spessore , e, udite, per portare a massa il motore tramite una vite tagliata a misura che chiude il carter sotto la cabina e porta il gancio per il tender. La cosa era ancora problematica al punto che per garantire una buona trasmissione del moto, si è escogitato di infilare una vite autofilettante che posta sotto la cabina, attravesa la piastrina richiamata e agisce sul fondo metallico del motore per regolare l'inclinazione tra la VSF e l'ingranggio di rinvio. Sembra una brillante idea, e funziona, ma evidenzia qualche svarione progettuale a cui si è rimediato con italica furbizia. Già nel 66, con la 11112, questi errori sono risolti . Il motore è avfvitato a due orecchie metalliche del telaio, la massa è raccolta da pulsanti, l'altro polo lo porta il tender tramita il gancio trattenuto da un rivetto ribadito, collegato direttamente all'altro polo del motore. La macchina del 74, caprotti o meno, è gia il modello evoluto. Per la trasmissione a bielle, stessa considerazione: si ovvia alla fragilità relativa delle ruote in plastica, introducendo bussoline metalliche filettate nelle ruote, e prolungando i bottoni di manovella metallici dove si concentrano bielle e distribuzione, con tacche di fissaggio delle manovelle. Si riducono le zovorre, in alcuni casi si dimezzano, si riducono i pesi dei carri e la lunghezza dei convogli. Per la 625 59 un solo suggerimento: toccare il meno possibile la vite di regolazione dell'angolo di lavoro del motore e lubrificare continuamente gli ingranggi. Vedrete col tempo formarsi una impalpabile cipria dorata. E' l'ottone che se ne va! 3-nino