ho fatto un piccolo rendering della ipotetica versione con carrello a tre assi, sulla base dei disegni originali. Effettivamente, con la (anche) priorità estetica che Alessandro Rossi dedicava ai suoi modelli, l'insieme della locomotiva non varia molto, anzi la rende forse meno armonica. Ovviamente non sto parlando di fermodellismo (e cioè la più esatta riproduzione possibile di un prototipo) ma di un prodotto industriale che fa i conti con tempi, costi ed investimenti. In quegli anni poi eravamo tutti più disattenti e più tolleranti.
Penso sia stato gioco-forza per Lui ricorrere a carrelli già pronti, quando il modello stava per entrare in un mercato americano, dove la guerra dei tempi e dei costi era prevalente sulla qualità fermodellistica. Ma è interessantissimo notare come Alessandro Rossi partisse da un progetto (1947?) il più fedele possibile per poi ridurre il riducibile.