Capita spesso di leggere nelle descizioni di materiale rotabile antico: "La carrozzeria delle vetture è in lamierino litografato". Mi chiedo, una volta di più, quale sia l'esatto significato della parola "litografato".
Nel processo litografico esiste una reale corrispondenza tra la matrice di stampa (una pietra di carbonato di calcio, lisciata perfettamente su una superficie, e trattata chimicamente) ed il materiale da stampare (comunemente carta di vari spessori e qualità).
Non vedo la lamiera (o il lamierino), steso sulla pietra, opportunamente incisa, e pressata dalla lama (che è di legno). La vedo brutta per la pietra (cioè la matrice di stampa) che correrebbe il rischio di una spaccatura. Senza parlare degli inchiostri, progettati per una stampa su carta e non su metallo.
Credo che spesso venga confuso (il processo litografico) con la tampografia, ma mi sorge il dubbio che quest'ultimo sistema sia databile, anche se primitivamente meccanizzato, agli anni '50-55 del secolo scorso. Dunque anagraficamente impossibile per rotabili primordiali.
Sappiamo per certo che proprio in Rivarossi furono adottate le prime tampografie sull'esperienza maturata nell'industria degli orologi svizzeri. Ma sempre a datare dagli anni 1955-60.
Chi ne sa di più può illuminarci?
Che si trattasse invece di un sitema di stampa a tampone e cioè di una specie di timbro che, opportunamente inchiostrato, trasferiva l'inchiostro dalla matrice al soggetto ricevente?