Ciao Riccardo, non è proprio il caso di scoraggiarsi! Io non sono affatto un vero esperto del settore ma provo con parole semplici a spiegare quello che marco ci ha esposto in maniera tecnicamente più precisa: la induttanza almeno nel caso di cui parliamo, è normalmente costruita con un filo di rame smaltato avvolto in bobina cilindrica con uno o più strati sovrapposti e normalmente senza nucleo ferromagnetico. La sezione del filo, il numero delle spire sono calcolati per ottenere determinate caratteristiche di progetto che non sono in grado di spiegare. Come scriveva Marco quando questa bobina viene attraversata da una corrente continua non succede nulla e, l’unica resistenza che incontra la corrente continua nel passaggio attraverso l’induttanza è dovuta alla resistenza del filo Che dipenderà sostanzialmente dalla sezione trasversale del cavo di cui la bobina è composta. Quando invece la induttanza è attraversata da una corrente alternata o corrente continua pulsante si crea un effetto barriera dovuto a fenomeni elettromagnetici che avvengono all’interno della bobina stessa, risultato finale è il seguente: le correnti parassite con altissima frequenza e picchi di tensione che si generano nel collettore a e nelle spazzole del motore vengono bloccati e non passano oltre la bobina. Se si mette una induttanza su entrambi i cavi in entrata ed in uscita dal motore si ottiene che le correnti parassite che possono essere dannose per altri componenti elettrici o semiconduttori presenti sia sulla locomotiva che sui trasformatori di pilotaggio che eventualmente anche su altri elementi elettromagnetici presenti lungo il circuito dei binari non vengano danneggiati.
Le induttanze vengono progettate per filtrare solo una certa gamma di frequenze o tensioni parassite per cui possono essere utilizzate anche sulle locomotive a corrente alternata
Se nel tentativo di semplificare ho detto qualche inesattezza gli esperti veri come marco mi correggeranno cortesemente.grazie e saluti Paolo