Enigmi e rovine di un passato sconosciuto



Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Alberto Claudio Angiolini » 28 giu 2023, 14:22

Che un uomo (o più uomini insieme) nel neolitico si calassero dall'alto per raccogliere miele con l'ausilio di funi
mi sembra altamente probabile, d'altra parte erano cacciatori raccoglitori :)
che ci passassero le giornate per scolpire in rilievo o a tuttotondo, con scalpelli di pietra o di metallo (in ere successive)
quello mi sembra estremamente difficile (qualcuno di voi ha esperienza di mazzetta e scalpello per ore? io si:).
Inutile citare i Romani Egiziani e perché no i Sumeri, quelle erano civiltà estremamente sviluppate
che hanno lasciato immensi resti e tracce della loro esistenza, perfino testi di storia!
Nel caso delle scoperte di Berto si tratterebbe invece di una misteriosa civiltà scomparsa nel nulla
dopo aver creato molto poco (se paragonato appunto a quanto lasciato dai soliti noti :)

alb
Alberto Claudio Angiolini

Avatar utente
 
Messaggi: 529
Iscritto il: 15 lug 2021, 13:36

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda berto75 » 28 giu 2023, 18:09

Ohilà vedo che l'argomento in fondo vi incuriosisce -1- sono contento almeno di essere riuscito a trasmettervi un po' di sana curiosità su questi insoliti e enigmatici avvistamenti.
certamente comprendo benissimo lo scettiscismo riguardo la reale natura di quei luoghi e il confronto tra le vostre opinioni e ragionamenti diversi è stimolante (lo diceva lo stesso Pietro Gaietto il compianto archeologo della preistoria, che invitava i suoi lettori a esternare le proprie ipotesi relativamente a ciò che poteva rappresentare il volto megalitico di Borzone in liguria ;il confronto è positivo se costruttivo ) perchè il contributo di tutti può aiutarci a cogliere o vedere dei diversi punti di vista che non consideriamo .
io sono il primo a voler fare chiarezza , sia per mia grandissima curiosità personale (che cavolo !non mi ero mai reso conto e accorto in 47 anni di queste stranezze sulle montagne che mi circondano ) sia perchè vorrei capire pure io il confine tra quello che vedo realmente e l'immaginazione dovuta a quello che credo o mi sembra di vedere.
Credevo nella mia superficialità di conoscere bene la valdigne in realtà mi rendo conto che non conosco un fico secco riguardo a quello che c'è realmente su quelle alture che mi circondano.
Ora (colpa o merito? anche della lettura di Peter Kolosimo) invece vedo la montagna con occhi completamente diversi ,paesaggi che prima vedevo familiari e scontati ORA mi appaiono ignoti e misteriosi e addirittura in certi casi inquietanti.
Naturale quindi cercare di capirci qualcosa di più per questo spero che le foto ingrandite fatte tramite il telescopio possano chiarire (almeno in parte) le mie e le vostre perplessità, dubbi e interrogativi che sono parecchi .
Ora non so in che epoca sia stato realizzato il presunto volto megalitico di Derby, ma se fosse confermato che non è una pareidolia e se degli uomini sapevano realmente scolpire e dare forma a imponenti volti megalitici o sculture nella roccia (pure di parecchi metri di grandezza :shock: ,) questo presuppone ovviamente che avessero degli strumenti idonei per farlo e se sapevano scolpire in quel modo le rocce mi sembra logico pensare o supporre che allo stesso modo sapessero lavorare o intagliare il legno, quindi non mi meraviglierei se sapevano realizzare dei mega ponteggi di legno ricorrendo a qualche particolare sistema di incastri , del resto di legname in quelle foreste ne avevano una disposizione illimitata! e qui condivido le osservazioni fatte dall'amico Marco Fornaciari sicuramente col legno si possono fare miracoli costruttivi se si è abili.
Poi se veramente quelle rocce in un tempo remoto sono state lavorate da parecchi uomini ( si suppone) dovrebbero pur esserci in loco delle tracce che testimonino la loro presenza ( graffiti o incisioni rupestri, resti di utensili o strumenti o che so oggetti rituali che attestino una passata presenza umana in quelle aree) perlomeno degli studiosi o archeologi della preistoria non dovrebbero avere difficoltà a rilevarle se veramente ci fossero.
Archeologicamente parlando quelle dovrebbero essere (teoricamente) zone ancora vergini o quasi nel senso che l'ubicazione di tali manufatti in aree così impervie e isolate, tagliate fuori dal turismo di massa , le rende di difficile individuazione e rende pure difficile pensare che (tali aree) siano state inquinate dalla presenza di insediamenti umani di epoche molto più recenti.
Ostinati :lol: saluti indagatori berto75
berto75

 
Messaggi: 4165
Iscritto il: 18 mar 2014, 20:37

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda berto75 » 28 giu 2023, 22:07

Allegati
animale pietra (2).jpg
animale pietra (3)a grandi linee - Copia.jpg
berto75

 
Messaggi: 4165
Iscritto il: 18 mar 2014, 20:37

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Marco Fornaciari » 28 giu 2023, 22:50

Cosa è sucesso in quelle zone (e pure in altre) da quando esiste l'uomo difficilmente lo sapremo, se non ci sono scritti o/e resti di materiali diventa dura immaginarsi qualcosa.
A livello geologico può essere successo di tutto: escavazioni umane, frane, smottamenti, terremoti, ecc..
Facciamo mente locale solo a due zone italiane:-
- Pisa un tempo era sul mare e pure Repubblica Marinara
- il delta del Po era ben più interno solo 100 ani fa.

Non dimantichiamo che gli Etruschi e pure altre popolazioni prima di loro cavavano metalli da miniere in galleria.
Per scavare senza esplosivi o utensili di metallo duro ci sono tanti modi: acqua, fuoco, le zeppe di legno*, ecc.
Da non dimentircare che un tempo nessuno si poneva problemi di tempi e costi della mano d'opera, e tanto meno di rientro immediato dei costi.

Non dimentichiamo che anche gli antichi conoscevano le reazioni chimiche, ovvio che non sapessero come funzionano, e va da se che la tavola periodica è arrivata dopo:
- esempio conoscevano gli acidi, contenuti nelle urine umane e animali, le concerie romane le pagavano pure
- sapevano che miscelando alcuni prodotti organici con acqua si attenevano prodotti solventi o/e corrosivi
- conoscevano il petrolio, anche se sottoforma di pece e catrame, non avevano ancora capito come distillarlo
- conoscevano la fermentazione batterica, anche qui senza sapere come funziona
- conoscevalo l'azione corrosiva del sale e dell'aceto
- conoscevano come ottenere l'oro tramite cianuro, mercurio e piombo
- ecc..
Quindi anche con utensili di metallo tenero si possono fare incisioni su qualsiasi pietra, basta usarli assime a queste sostanze corrosive.
D'altra parte, le pitture rupestri non sono tutte in grotta a temperatura e umida costante, pertanto per mantenersi devono essere diventate corpo unico con la roccia, +/- come si fa con gli affreschi (anche se qui tante volte la miscela non è stata azzeccata).

Una cosa della qualle non ho ancora trovato spiegazione (beh, non l'ho mai cercata), come facessero i popoli antichi ad ottenere la giusta temperatura di cottura di mattoni e ceramica senza avere un termometro: va da se che "appoggiare la mano sulla fronte" non funziona.
Sorvolando sulle temperature di fusione.



*
Un tempo, e pure oggi, i blocchi di marmo e pietra non si tagliavano col filo, e tanto meno si usavano esplosivi, ma venivano impiegate zeppe di legno, funziona così:
- si individua una crepa o una vena debole nella roccia
- si allarga la fenditura con scalpelli
- si infilano una zeppe di legno assorbente nella fenditura
- si bagnano le zeppe
- le zeppe si gonfiano e allargano la fenditura
- si insiste fin tanto che il blocco non si stacca.
Oggi per fare la stessa operazione si usano martinetti idraulici o cuscini gonfiabili ad aria compressa.
Ovvero si usavano e usano grandi cunei di metallo o pietra più dura.
Saluti
Marco Fornaciari
____________________________________________________________
Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari

Avatar utente
 
Messaggi: 802
Iscritto il: 9 feb 2009, 21:06
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Alberto Claudio Angiolini » 29 giu 2023, 12:35

Di nuovo, si tratta di capire chi e quando avrebbe realizzato le famose sculture (e ultimamente anche incisioni) di Berto
Scartando tutti i popoli appena nominati, che hanno realizzato statue, bassorilievi ed incisioni di ben altro stile
è necessario scendere di più nella scala e, scendendo fino al neolitico, molte di queste conoscenze non erano così scontate.
Aggiungo una considerazione sul "tempo libero" condizione indispensabile per l'uomo per potersi lanciare in attività "artistiche".
La vita per gli uomini del Neolitico doveva essere durissima, le occupazioni fondamentali erano procacciarsi il cibo
(carne perlopiù e in grande quantità per compensare il clima generalmente molto più rigido di adesso)
trovare la materia prima per costruirsi gli attrezzi adeguati
e raccogliere legna per il fuoco, cucinare, accudire i piccoli ancora non capaci di aiutare e gli anziani non autosufficienti.
Magari la sera avanzava anche un'oretta intorno al fuoco con le ultimissime forze,
di che permettere all'uomo santo di scolpire pazientemente una venere neolitica
(non più grande di venti centimetri) e che avrà impiegato una buona parte della sua esistenza,
mentre quelli più frivoli si addobbavano di piume avanzate da uno sfizietto serale.
alb
Alberto Claudio Angiolini

Avatar utente
 
Messaggi: 529
Iscritto il: 15 lug 2021, 13:36

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Marco Fornaciari » 29 giu 2023, 14:30

Beh, non sarei tanto sicuro che nel neolitico tutti fossero indaffarati a lavorare come un moderno operatio alla catena di montaggio o un ragionier Fantozzi.
Anche a quel tempo c'era chi:
- cacciava
- raccoglieva
- pescava
- guerrieri
- facceva altro
- serviva
- comandava
- e soprattutto i sacerdoti o consimili.
Come ben sappiano le ultime due categorie voglia di lavorar saltami addosso, come si dice in campagna.
I "mantenuti" sono sempre esistiti e sempre esisteranno.

In particolare ieri come oggi, +/- meno con gli stessi principi e forme, la gestione del rapporto tra gli umani e gli Dei o il Dio di turno sono sempre stati un aspetto fondamentale degli umani, e decisamente importanti sono i riti collegati ai vari culti. E questi soggetti da sempre godono di privilegi tassativamente vietati alle altre categorie di umani.

Al tempo, e come succede nel regno animale, non si cacciava e raccoglieva ogni giorno, ma solo quando la "dispensa" era vuota.
Non dimentichiamo che ancora 70 anni fa nelle nostre campagne i contadini in inverno di dedicavano a lavori bene diversi da quelli primaverili ed estivi, tra l'altro dedicandoci quasi metà del tempo: fino agli anni '50 in campagna non esisteva la corrente elettrica e al tramonto finiva la giornata.

Nel bene o nel male chi non ha vissuto la campagna in qualche modo, questo cose non le sa e manco riesce ad immaginarsele.
Io sono un tecnologico già da prima della nascita, ma dalla nascita se non vedo la campagna dalle finestre vivo molto, ma molto male, perchè tutto viene dalla campagna: va beh il petrolio no, ma non, è poi indispensabile, e c'è altro che lo sostituisce e pure meglio.
Saluti
Marco Fornaciari
____________________________________________________________
Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari

Avatar utente
 
Messaggi: 802
Iscritto il: 9 feb 2009, 21:06
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda berto75 » 29 giu 2023, 22:44

Interessantissime le vostre considerazioni! Grazie per le vostre riflessioni !
Personalmente penso che quel popolo misterioso per riuscire a scolpire quei volti megalitici (vedi anche i presunti volti di Bard) sicuramente doveva essere ben organizzato a livello gerarchico e sociale un lavoro del genere di sicuro (in quei tempi remoti poi!) non si improvvisava da un giorno all'altro considerate le grandissime dimensioni di quei manufatti e considerando poi il fatto che erano collocati in posizioni tutt'altro che agevoli!
Quei misteriosi scalpellini autori di quei volti enigmatici ,chiunque fossero, penso si dedicassero quasi prevalentemente a quello mi riesce difficile pensare che riuscissero a conciliare il tempo da dedicare alla caccia o alle varie attività quotidiane di sopravvivenza con un immane lavoro di scalpellamento della roccia che immagino dovesse essere veramente duro se non massacrante , (non mi riferisco alla semplice incisione di graffiti ) penso anch'io come MARCO che la loro comunità dovesse essere plausibilmente organizzata in base a una precisa ripartizione dei compiti fra i vari membri forse la caccia era di prerogativa solo dei cacciatori che pensavano al rifornimento generale della comunità.
naturalmente sono solo teorie di quel popolo fantasma non sappiamo nulla almeno finchè non si trovano in quei luoghi degli elementi concreti.
E non sappiamo nemmeno cosa ci sia realmente su quella montagna voglio dire il presunto volto con copricapo conico e la presunta scultura zoomorfa al suo fianco ,ammesso che non siano pareidolie (personalmente comunque non lo credo) potrebbero essere solo la punta di un iceberg chi le conosce quelle montagne? potrebbero esserci molte altre tracce di quel popolo nascoste tra le rocce di quei boschi .
le stranezze che ho notato su google earth mi fanno sospettare che quell'area potrebbe essere più ampia di quello che si pensi, ma sono solo mie suggestioni personali che trovano il tempo che trovano non ho la minima prova al riguardo.(almeno per ora -1- ) e poi cosa era quell'area intorno al testone? un area sacra ACCESSIBILE magari solo a pochi eletti ? O un insediamento permanente di quel popolo? Abitavano li su quelle alture o frequentavano quel luogo magari solo in determinate stagioni per celebrare cerimonie o sacrifici ai loro dèi ?
scolpire un testone di pietra non credo fosse un pazzesco diletto artistico fine a sè stesso, ma era un modo per onorare/rappresentare le loro (INQUIETANTI ) divinità qualunque esse fossero .
Tuttavia è anche vero che gli indizi visivi lasciano spazio a suggestive teorie.
saluti fantaarcheologici berto75
berto75

 
Messaggi: 4165
Iscritto il: 18 mar 2014, 20:37

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Marco Fornaciari » 30 giu 2023, 1:07

In un modo o nell'altro la natura è strutturata gerarchicamente, e l'uomo non fa differenza.
Va da se che pensare alle gerarchie di quei tempi come pensiamo, o sono, alle attuali, si va totalmente fuori strada.
Tra l'altro ai tempi, e pure oggi, gli Dei e la loro idolatria avevano un posto fondamentale nella quotidianità, non dimentichiamo che certi fenomeni della natura ritenuti "miracoli" o intercessioni divine, hanno avuto spiegazioni tecnico scientifice solo negli ultimi 50 anni, e ancora non tutti ci credono.
E c'è chi fa ancora la danza della pioggia.
Checche se ne pensi o dica, anche la religione cristiana ha i suoi idoli, è che dal Papa in giù ci raccontano che non è così. E il discorso vale allo stesso modo per il mondo dei politici. Diversamente le statue e i ritratti a cosa servono?

Tornando a quelle zone della Val d'Aosta, chi ci garantisce che 2000, o più, anni fa la valle della Dora Baltea, e delle sue valli laterali, fossero come le vediamo oggi: di fatto nessuno.
Allo stesso tempo potrebbe pure essere che già la natura avesse pensato di dare a quelle rocce una forma simile a quella che vediamo oggi, e che a quegli uomini fosse bastato scolpire solo le rifiniture.
D'altra parte, il lasciare tracce scritte della quotidianità è una "invenzione abbastanza recente" nella storia dell'uomo, sui 2,1 milioni di anni di presenza sono circa 5000 anni che si scrive: un nulla.
Ovviamente testi sufficentemente lunghi e dettagliati della quotidianità sono ancora più recenti, e solo in pochi posti ben precisi.
Saluti
Marco Fornaciari
____________________________________________________________
Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari

Avatar utente
 
Messaggi: 802
Iscritto il: 9 feb 2009, 21:06
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Alberto Claudio Angiolini » 30 giu 2023, 11:51

Sono un povero operaio semi analfabeta, (leggo meno di dieci libri all’anno),
ma essendo anche malato oncologico devo spesso recarmi in ospedale ed ho modo di occupare le inevitabili attese con un libro.
Proprio in questi ultimi dodici mesi mi è capitato di leggere alcuni testi sul Neandertal e il Sapiens, due più significativi sono

Silvana Condemi, Francois Savatier
Mio caro Neandertal
Trecentomila anni di storia dei nostri fratelli

Guido Barbujanni
Come eravamo. Storie della grande storia dell’uomo

Tutti e due fanno il punto sulle più recenti scoperte archeologiche e genetiche
(come saprai negli ultimi vent’anni si è capito come estrarre e sequenziare il DNA fossile dei tre principali ceppi da cui discendiamo)
Analizzo la tua divisone in occupazioni classiste in base a quanto ho memorizzato.
Cominciamo col dire che stiamo parlando di un numero estremamente ridotto di individui che viveva in piccoli gruppi
sparpagliati su un territorio vastissimo (stiamo parlando dell’Europa, degli ultimi Neandertal e del Sapiens e soprattutto della loro ibridazione da cui tutti discendiamo),
famiglie/tribù che potevano andare dai dodici ai venti individui per il Neandertal ed arrivare alla trentina per il Sapiens.
Il clima era decisamente rigido e l’unico modo per nutrirsi adeguatamente era una dieta abbondante e prevalentemente carnivora,
si stima che il consumo medio giornaliero di carne e grassi fosse di 2 chili a testa per i Sapiens 3 per il Neandertal,
(certo poi c’erano radici e bacche, e magari pure il miele raccolto con le funi… ma non sopravvivevano di bacche e radici),
oltre a sapere come ricavare strumenti dalle pietre tutti e due sapevano lavorare un minimo il legno, tessere tessuti rudimentali,
intrecciare funi e probabilmente creare ceste, e conciare le pelli, allo stato attuale non è documentato che lavorassero l’argilla
e sapessero creare una pentola o una stoviglia.
Sulla base di quanto sopra il fabbisogno giornaliero di carne per un gruppo di una ventina di sapiens poteva aggirarsi sui trenta chili (duecentodieci a settimana…)
facile immaginare che le loro prede preferite fossero grossi animali (quante lepri o salmoni ci vogliono per fare 30 chili di carne?),
grossi bovini equini e gli ultimi mammut, orsi d’inverno.
Comunemente inseguivano la preda (non necessariamente dietro casa, tu ci vivresti in mezzo a una mandria di bufali?)
e la costringevano a rifugiarsi in un anfratto o impantanarsi nel fango e poi la bersagliavano di sassi e pietre più o meno appuntite,
in rarissimi casi è documentato l’uso di una lancia con punta di pietra.
Poi la bestia veniva macellata (sempre con strumenti di pietra) e riportata a casa.
Così a prima vista direi che la caccia era un’impresa per tutta la famiglia/tribù, un poco come i centri commerciali attuali.
La tribù mediamente poteva essere composta da 2/3 bambini sotto i tre anni, 2 dai 3 ai 10 anni, un’adolescente e una decina di adulti
più un paio di anziani più o meno autosufficienti
(in diversi casi i resti rinvenuti testimoniavano di traumi devastanti e invalidanti avvenuti molto prima della morte,
segno che questi erano stati lungamente nutriti e accuditi dal resto della tribù).
Direi che per inseguire costringere in un anfratto e bersagliare di pietre e macellare un bisonte ci vogliono tutti gli adulti abili e i più grandi dei bambini.
I vecchi e quelli più piccoli rimangono nei dintorni delle grotte a raccogliere lumache, radici e bacche,
chi vive vicino al mare ci aggiunge anche dei mitili raccolti con la bassa marea.
Nelle giornate fra una caccia e l’altra ci sono piene di occupazioni divertentissime, lavorare le pietre e aggiornare gli strumenti,
conciare le pelli, intessere tessuti, raccogliere vegetali con cui fare le funi…
Il capo che comanda? Certo che c’è qualcuno che decide, oggi si va a caccia di questo e in quel posto, ma non è come nelle odierne multinazionali
(io traccio la strategia e ingrasso, i problemi tecnici risolveteli voi) ma solo perché è il cacciatore più esperto, abile e forte e sgobberà il doppio degli altri.
La figura del religioso (l’uomo santo a cui facevo riferimento prima) facilmente è uno dei più anziani, se ce la fa ancora sgobba come gli altri.

Questo per il Neolitico
I nostri nonni e bisnonni, e anche tutti quelli che si sono succeduti da grossomodo diecimila anni fa ad adesso avevano alcune conoscenze in più
che gli hanno permesso di prosperare e moltiplicarsi nei secoli anche senza l’elettricità: l’uso dei metalli, l’allevamento degli animali e l’agricoltura.

Scusatemi se mi sono dilungato
alb
Alberto Claudio Angiolini

Avatar utente
 
Messaggi: 529
Iscritto il: 15 lug 2021, 13:36

Re: Enigmi e rovine di un passato sconosciuto

Messaggioda Marco Fornaciari » 30 giu 2023, 16:41

Tu leggi durante le attese ... io per quelle cose mi affido da decenni alla famiglia Angela e colleghi. :-P
Detto ciò.
Difficilmente l'uomo di Neandertal e i primi Sapiens hanno prodotto quelle sculture, magari le incisioni e le pitture si.
Direi che per quelle sculture e incisioni non andiamo oltre 20000 anni fa, e pare che l'uomo di Neandertal fosse già scomparso da 10000 anni: a detta degli archeologi le prime sculture risalgono a 24000 anni fa.
Quelle sculture potrebbero essere anche dei popoli immediatamente prima dell'arrivo dei romani, quindi +/- 2100 anni fa.
Datare la roccia ora è semplice, quando fu scolpita di fatto è dura.

Bisogna sempre tenere presente che, le prima civiltà di cui si ha notizie certe è quella sumerica, che già era organizzata in gerarchie. Più a est magari c'era già di meglio, nelle americhe non ho elementi.
Di fatto le gerarchie furono necessarie (in una forma assimilabile alle attuali) dal momento in cui gli umani da cacciatori e raccoglitori nomadi divennero agricoltori stanziali.
Prima, è molto probabile che le gerarchie dei nomadi siano state sul modello di quello che troviamo, per es., nei branchi di lupi.
Alla fine il bisogno di proteggere e tenere in vita il gruppo esiste da sempre.
Saluti
Marco Fornaciari
____________________________________________________________
Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari

Avatar utente
 
Messaggi: 802
Iscritto il: 9 feb 2009, 21:06
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)

PrecedenteProssimo

Torna a Osteria e discussioni fuori tema

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron