Gli amici Alberto e Fabio mi hanno chiesto di mostrare alcuni dei motori a scoppio che ho raccolto,
spero che questo argomento possa incontrare l’interesse anche di altri amici di questo forum.
Da ragazzo, all’età di 13 anni assieme al mio amico e compagno di classe Loris decisi di costruire
il mio primo modello di aeroplano volante dotato di motore a scoppio, era un modello a volo vincolato circolare.
L’aereo era un biplano costruito in legno di balsa e qualche parte in compensato,
per il motore io scelsi un motore diesel di cilindrata 1,5 cm cubici mentre il mio amico
scelse un motore tipo Glow con una cilindrata di 1,78 cm cubici.n
Nella foto qui sotto potete osservare i due tipi di motore a confronto.
I due motori illustrati nelle foto qui sopra hanno prestazioni assai simili ma caratteristiche costruttive
e architettura molto diversa tra loro.
Il motore contrassegnato con la lettera B, il mio primo motore, è del tipo diesel o più precisamente ad auto accensione.
La miscela si accende spontaneamente in camera di scoppio a causa dell’elevato rapporto di compressione
e può essere regolato con la vite che si vede spuntare dalla testata.
Una volta raggiunto il rapporto di compressione ottimale la vite viene bloccata
con la leva di contro dado per evitare che la vite si muova a causa delle vibrazioni.
Il motore contrassegnato con la lettera G è invece quello che scelse il mio amico Loris,
esso è dotato di candeletta ad incandescenza che viene accesa tramite corrente elettrica
ed una volta che il motore è partito rimane calda a causa del calore di combustione.
Di questo tipo di motori ne riparleremo più avanti. Comunque anche all’osservatore meno esperto
appare evidente l'architettura molto diversa tra i due motori illustrati qui sopra.
Il tipo diesel infatti ha una impostazione tipica dei motori dei primi anni 50 anche se questo modello specifico
è stato prodotto a partire dal 1964, il secondo tipo invece,
quello con accensione ad incandescenza ha una architettura tipica dei motori degli anni 1968 e seguenti.
L’avviamento di questi piccoli motori si fa tipicamente dando una botta secca sulla pala dell’elica con il dito indice
facendo bene attenzione di essere molto rapidi per evitare che l’altra pala dell’elica
colpisca il dito eventualmente ancora presente nelle vicinanze.
Per accendere il motore diesel bisogna regolare contemporaneamente lo spillo del carburatore e la vite che regola la compressione della testata.
Facile a dirsi ma assolutamente problematico a farsi, per imparare a mettere in moto questo motore mi ci vollero
non meno
di due mesi di tentativi sperimentando gli strumenti più fantasiosi.
All’inizio ovviamente a mano come da istruzioni, poi con un trapano a manovella, un aviatore a strappo,
un trapano elettrico modificato per la bisogna, un volano di metallo montato al posto dell’elica… Tutti tentativi inutili.
Alla fine il motore è partito con avviamento a mano come da istruzioni.
C’è da dire che in quei due mesi ho imparato molto
e da allora in poi qualsiasi motore piccolo e grande non è più stato un problema per me.
La meccanica ed i motori è sempre stata materia di mio interesse e passione così sei anni fa quando sono andato in pensione
avendo molto tempo libero per dedicarmi alle cose che mi piacciono ho pensato di raccogliere alcuni micro motori
che mi riportassero agli anni della mia giovinezza. iIl primo tema che ho sviluppato è stato la ricerca di tutte le versioni
e cilindrate differenti dei motori diesel fabbricati tra gli anni 50 e gli anni 60 dalla ditta tedesca Webra
Qui sopra potete vedere cinque tipi differenti di motori diesel prodotti dalla casa germanica negli anni 50 e 60,
non sono tutti perché nelle mie ricerche ho imparato che le versioni prodotte sono state assai più numerose
ma comunque questi rappresentano piuttosto bene l’assortimento a suo tempo prodotto.
A tipo Piccolo cilindrata 0,8 cm cubici, produzione a partire dal 1958.
B tipo Rekord , cilindrata 1,5 cm cubici, produzione a partire dal 1964.
C tipo Mach 2 , cilindrata 2,5 cm cubici, produzione partire dal 1968.
Questo modello è l’unico della serie dotato di carburatore con acceleratore regolabile.
D tipo Bully , cilindrata 3,5 cm cubici, produzione a partire dal 1959.
Questo modello è l’unico della serie che presenta l’albero motore montato su due cuscinetti a sfere,
tutti gli altri tipi invece hanno il supporto albero motore costituito da bronzina.
E tipo Winner , cilindrata 2,5 cm cubici, produzione a partire dal 1955.
Questo tipo a differenza di tutti gli altri presenta un Carter in alluminio di forma più complessa,
predisposto per poter fissare il motore a due traversine parallele all’asse motore come tutti gli altri modelli oppure,
in alternativa, direttamente alla ordinata parafiamma con tre viti applicate alla parte posteriore della flangia
Questo è il tipo più antico della serie.
Come detto questi motori sono pensati per funzionare sempre al massimo numero di giri,
tipicamente utilizzati per aerei a volo libero oppure aerei a motore a volo vincolato circolare.
Naturalmente a seconda della cilindrata sono in grado di erogare potenze maggiori o minori.
A titolo orientativo dirò che i regimi di rotazione normali per questi motori sono compresi tra i 14.000 g/min e i 18.000 g/min,
le potenze sviluppate a seconda delle cilindrate si aggirano sui valori seguenti: 0,09-0,15-0,27-0,38 HP
Dopo aver completato questo primo tema mi sono interessato alla parte più storica, cercando notizie ed informazioni
su quali fossero stati i primi tipi in assoluto di motori a scoppio ad essere costruiti in serie per l’uso modellistica.
Qui la ricerca si è fatta più difficoltosa e sono dovuto risalire a prodotti e tecnologie di oltre 100 anni fa.
Nel prossimo contributo vi racconterò quello che ho scoperto.
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