Il libro l’ho finito (in effetti sono poche pagine un centotrenta…)
peccato sia poco risolutivo sugli aspetti che ci interessano.
(le immagini in bianco e nero provengono dal libro, quelle a colori da internet)
L’autore, Massimo Centini, procede con solido metodo storico, analizzando le fonti (abbondanti, sia greche che romane) ma inevitabilmente raccontando la storia della conquista romana, con gli occhi dei medesimi.
Conferma l’origine celtica dei Salassi (verrebbero dalla zona di Hallstatt dove c’erano importanti miniere di sale e sarebbero giunti fin lì per commerciare sale), a quanto pare originariamente si offrivano come guide e probabilmente portatori a chi era interessato a varcare le Alpi, poi mano mano che le tensioni coi Romani crescevano si sarebbero dedicati più facilmente all’imposizione di pedaggi. Anche le attività minerarie avevano un ragionevole importanza, ma sempre concentrate nei fondovalle.
Analizza anche i reperti attribuibili con ragionevole certezza ai Salassi.
Non sono moltissimi, e come puoi vedere tutti sono lontanissimi dai megaliti che credi di vedere.
Certo, una buona parte sono incisioni rupestri, ma nella maggior parte sono incisioni così dette a coppelle, e sono tutte in zone facilmente raggiungibili; pur essendo il significato misterioso, non dovrebbe sfuggirti l’enorme differenza di stile (grafico/simbolico piuttosto che verista) e sopratutto la differenza di lavoro che necessitano:
i tuoi megaliti richiederebbero giorni e giorni di duro lavoro per un gruppo numeroso di lavoratori, per i graffiti a coppelle bastano un poco di funghetti e qualche pomeriggio/giorno di esaltazione mistica di un uomo di buona fantasia.
Un esempio di stele antropomorfa, ma anche in questo caso siamo lontanissimi (per segno, dimensione e accessibilità) dai tuoi avvistamenti
Sull’aspetto etnografico ancora di meno, nessuna indicazione sul tipo di società e quanto fosse strutturata, anche nella fase più accesa della lotta contro i romani non è emerso il nome di un capo guerrigliero, o di un monarca, si ipotizza che agissero per clan, senza particolare coordinamento.
Non risultano resti di estese città; si parla di due mitiche “capitali”, una dove poi sorgerà Aosta, un’atra precedente più a valle in località non identificata (ma non è stata trovata una pietra che fosse una).
Abbiamo precisi resti di almeno due insediamenti in alta quota (siamo sopra i 1.600 metri), ma oltre ad essere costituiti da muretti a secco o trincee grossolane non hanno sorgenti d’acqua ragionevolmente vicine, l’autore dubita che siano stati abitati in maniera continuativa da nuclei importanti di persone.
Anche i singoli edifici non appaiono gran che di arte muraria, pareti basse di pietre allineate a secco che probabilmente erano coperte da un tetto di pali e pelli
Le tue teorie sono indubbiamente suggestive, ma niente di più.
alb